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Del resto siamo solo esseri umani, mica persone civili…

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Il nostro articolo-provocazione Le Dive dell’associazionismo LGBT penseranno a manifestazioni di sostegno pro Unioni Civili? ha sortito l’effetto sperato: commenti furiosi sono apparsi sulla nostra pagina Facebook, commenti che dicevano più o meno che l’articolo non era un articolo, che chi diavolo lo aveva sponsorizzato (qualcuno l’avrà fatto), che le critiche solo distruttive non servono a nulla, che se non si sa scrivere bisogna stare zitti, insomma, la solita egopatia da attivista che abbiamo visto in tutti questi anni cosa ha portato: il nulla ed un incattivirsi sempre più inutile delle varie associazioni, sempre più divise e sempre più in competizione, con conseguente allontanamento di gran parte delle persone che pretendono di rappresentare. Unica voce in mezzo al deserto: Anddos, che con i suoi 140mila iscritti e le sue posizioni equilibrate è riuscita a conquistarsi credibilità. Anche politica. E sostegno.

 

La mosca bianca non risolve le questioni: le accuse all’articolo, fatte di pancia, di rabbia e di isterico sdegno, non avevano ragione di esistere per diverse ragioni, prima tra tutte il fatto che il senso delle poche e provocatorie righe (come è divertente quando ci cascano!) che abbiamo scritto stava tutto nel titolo: Le Dive dell’associazionismo LGBT penseranno a manifestazioni di sostegno pro Unioni Civili? 

 

Senza soffermarsi sul fatto che nessuna manifestazione è stata programmata, a tutt’oggi non sappiamo se ci scenderà in piazza o no, e che il palcoscenico verrà ancora una volta lasciato ai cattofascisti, qualcuno si preoccupava di sapere chi fossero le dive a cui facevamo riferimento: fare nomi e cognomi non solo sarebbe sparare sulla croce rossa, ma anche mancare di rispetto a quei pochi che non si accontentano di portare qualche decina di migliaia di persone in piazza ad ogni gay pride, gay pride organizzati trasformando le riunioni di preparazione in scannatoi dove ciò che importa è riaffermare il potere personale di un singolo sui vari parlamentini interni di ogni singola realtà associativa.

 

Un altro aspetto mai troppo considerato è che per la prima volta la legge sulle Unioni Civili è a portata di mano, ma non è stato grazie alla varie associazioni, purtroppo (politicamente e socialmente parlando), ma grazie ad un governo al cui interno si è trovata la quadra, tra mille difficoltà, per mettere la questione delle Unioni Civili in programma. Non significa che l’azione del governo ci piaccia, a noi che scriviamo così male, né che andiamo pazzi per il suo leader (votiamo scheda nulla da almeno tre legislature, prima o poi un voto valido lo daremo anche, ma per ora non se ne parla); non significa nemmeno che la legge proposta ci vada bene o che non la consideriamo in qualche modo discriminatoria, ma pare – così ci dicono fonti del governo che abbiamo intervistato – che al momento la quadra possibile sia proprio l’unica quadra possibile, poi grazie ai geni tutti sapienza che scrivono su Facebook forse si potrà fare anche di più.

 

Così che grazie, gentili amici che ci avete insultato, per essere cascati nella trappola che vi abbiamo preparato. La vostra reazione dimostra come ci sia disponibilità ad insultare chiunque per un’opinione che non ci aggrada, e come spazi per una discussione serena e tranquilla, per la comprensione di uno scritto (che era palesemente provocatorio), su un tema di importanza cruciale, non ce ne siano. Voi che tanto parlate di diritti e di rispetto, rispetto per gli altri non ne avete nessuno. E con il vostro agire  ciò che tentate di fare è zittire l’Altro, cercando di togliergli il diritto ad esprimersi.

 

Noi dal canto nostro, siamo esseri umani, non persone civili. E non abbiamo mai sostenuto il contrario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(14 settembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

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