di Il Capo
Se vi è capitato di dare un’occhiata ai Mondiali di Atletica Leggera di Pechino, avrete avuto la fortuna di essere testimoni del come gli atleti italiani che perdono (il 98% di loro non supera le batterie) adotti lo stile-vittima del non so cos’è successo, credevo…, chissà come mai, non me lo spiego, e riescano a far apparire come un trionfo un ventesimo posto. Posto che se io fossi lì farei una ben più magra figura, per questo faccio un altro mestiere che non è detto non me la faccia fare lo stesso, la magra figura, ad ogni intervista di atleti semi-piangenti che non si spiegano l’eliminazione ci stupiamo del non sentire rispondere “Qui siamo ai Mondiali e bisogna correre”, perché la storia è proprio quella: bisogna andare forte e vince chi forte va. Non ci sono scuse, ed anche lo sport maestro di vita, dicono i saggi, insegna che vince chi ne ha di più.
La sensazione è che ci sia una sorta di gerarchia militarizzata, all’interno della federazione italiana di Atletica Leggera, che impedisce agli atleti di vero talento di volare ad alti livelli (non si spiegherebbe altrimenti la scomparsa di Andrew Howe che ha il difetto che tutti gli Italiani odiano: ha personalità).
Anche nello sport siamo ai mezzucci, proprio come nella vita reale. Nibali, celebrato campione del ciclismo, è stato buttato fuori dalla Vuelta spagnola per essersi fatto trainare per un breve tratto dall’ammiraglia dopo una caduta. Più ingenuità che dolo, secondo noi, ma cominciamo ad essere un po’ stanchi di stare in un paese in cui l’ingenuità – a qualsiasi età – serve da giustificativo per qualsiasi stupidaggine e che è, in qualche modo, una ideale continuazione del dare la colpa agli altri inaugurato da quel genio del male di Berlusconi: “Non mi lasciano governare”.
Per l’italico volgo c’è sempre insomma, la scusa pronta: il tempo, le circostanze, il vicino che non lascia dormire, un orgasmo non raggiunto, il marito che russa, un’interruzione d’energia elettrica, un’emorroide, la mancanza di erezione, la presenza di africani nel condominio o la menopausa della dirimpettaia: tutto è utile a non assumersi responsabilità, a non vedere la realtà, ad indicare la responsabilità fuori di noi.
Non s’è proprio capito, nell’italietta mediocre dei mediocri in spirito, che anche nella vita “bisogna correre”. E’ sempre meglio cercare una scusa, che fa tanto Grande Fratello e reti del biscione.
Del resto sono quelle le cose che danno il successo… O no?
(24 agosto 2015)
©gaiaitalia.com 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)