di Paolo M. Minciotti
Un giornalista senegalese non nuovo a problemi con la giustiziadel paese, è stato condannato a sei mesi di prigione dopo che un adolescente lo ha accusato di tentata violenza. I fatti risalgono al giugno scorso quando l’uomo si è rifiugiato in una caserma della Polizia dopo essere sfuggito ad un tentativo di linciaggio da parte della folla inferocita a Dakar. L’uomo ha un nome ed un cognome, che non pubblicheremo, così come non pubblicheremo la sua foto perché non ci piace lo scandalo facile.
Il giornalista aveva già avuto problemi con la giustizia senegalese. Già in passato l’uomo era stato condannato a quattro anni nel 2012 per “atti sessuali contro natura”, per possesso di una pistola e violenza privata.
La repressione dell’omosessualità in Senegal si fa sempre più feroce sotto la spinta dei cittadini che, come succede spesso in Nigeria ed altri stati africani, utilizzano la delazione per vendette personali o per rovinare persone semplicemente sulla base di un sospetto. Qualche giorno fa altri sette giovani sono stati arrestati con l’accusa di omosessualità. I giornali senegalesi hanno montato un finto scandalo scrivendo che erano stati trovati nudi sotto la doccia, mentre in realtà – sappiamo di cosa parliamo, uno degli arrestati è nostro amico – stavano semplicemente seduti a tavola riuniti per un pranzo.
A denunciarli come omosessuali la madre di uno di questi convinta che nell’appartamento si svolgessero chissà quali turpi consuetudini sessuali. I giornali hanno sbattuto il mostro in prima pagina, appartenendo gli arrestati a facoltose famiglie di Dakar.
La viscida vendetta dell’invidioso.
(4 agosto 2015)
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