
di Daniele Santi
Narra la leggenda di un antico luogo privilegiato da dio, dalla neve e dagli Statuti Speciali, dove tra saliscendi emozionanti, casinò di grido (più per alcune scelte di sostegno pubblico che per glamour), un giorno si decise addirittura di organizzare una giornata contro l’Omofobia, questa brutta malattia ia ia oh, invitando addirittura il Sindaco di Aosta, il Presidente della Regione e l’Assessora alla Cultura regionale. Narra la storia che attorno ai potenti di turno si agitassero come api impazzite i giovin virgulti dell’inutile associazionismo lgbt italico o di quel poco che ne resta, che anche nei luoghi privilegiati da dio, dalla neve e dagli Statuti Speciali, peccano di protagonismo eccessivo come nel resto d’Italia e sono per questo, criticabili.
Narra la leggenda che del Presidente della Regione non vi sia stata traccia, così come dell’Assessora alla Cultura, che ha inviato un video di saluto. Impegni improvvisi. Si dice addirittura che il Sindaco non soltanto ha presenziato alla manifestazione, ma che pochi giorni prima aveva avvallato e sottoscritto il manifesto del Forum della Famiglia che con l’Omofobia ha assai a che vedere, vedi Sentinelle in Piedi, perché si è sempre il Sindaco di tutti, che però non vuol dire non prendere mai posizione. Si scopre poi che è un documento dai toni civili. Quasi impossibile dargli torto.
La cattiveria della gente sussurra poi, come dall’oltretomba, di giudizi di alcuni partecipanti pubblicati dai giornali locali che andavano dal trito e ritrito “L’orientamento sessuale è una scelta [sic] personale” (se fosse una scelta, gentile Signore sarebbe rispettata, mentre invece dell’omosessualità si vogliono cercare le cause e risolverle. Non le si chiede di dire cose sensate, ma di sapere di cosa parla prima di aprire bocca e finire sui giornali); del solitissimo e ritrito e profondamente omofobo “Conosco molti gay e posso assicurare che sono persone miti, molto intelligenti e sensibili…”, che nel corso della nostra inutile vita abbiamo sentito non so quante volte e che maschera sempre un’omofobia feroce, mascherata da un’insopportabile buonismo, allo straordinario “Condizione gay” che non leggevo dagli anni ’80 quando era legata a fenomeni ben più tristi del provincialismo di alcuni protagonismi da ciclostile di villaggio.
Addirittura si parla di un certo “orgoglio ferito” dell’organizzazione perché un giornale locale avrebbe avuto l’ardire di titolare “Omofobia, se i politici disertano il confronto”, dedicando poi ampio spazio alla manifestazione, allo svolgimento ed alle dichiarazioni di un candidato LGBT alle recenti elezioni valdostane (ben 49 voti, un successo straordinario, ma l’importante è esserci, non portare a casa risultati, come la triste storia del movimento LGBT di questo paese ha insegnato negli ultimi vent’anni) che ha dichiarato che la Giornata era “dedicata al Dialogo con le Istituzioni” (quali? se due su tre erano assenti?) e che tutti “erano stati invitati a partecipare, ma non a relazionare” che non si sa mai non dicano qualcosa di sconveniente. Il giornale contestato in realtà ha raccontato i fatti. Ma la cronaca dà sempre fastidio, soprattutto se ci sono difficoltà ad accettare la realtà per quella che è.
Insomma, le solite malelingue – che son dappertutto – sussurrano che l’incontro sia stato un momento in cui si è preferito non rompere troppo le scatole al Pd, che ha stravinto in Regione e del doman non v’è certezza, a discapito di una sana discussione sull’omofobia, ma noi non ci crediamo. Preferiamo credere all’ancor più antica leggenda che vuole tutti coloro che si avvicinano incautamente e senza nessun tipo di conoscenza, preparazione, talento, o avendone assai poco di tutt’e tre all’associazionismo LGBT dominati dal sacro fuoco dell’adesso che ci sono io tutto cambierà, vengano travolti da quel protagonismo privo di senno che ha caratterizzato tutta l’azione di questi poveracci negli ultimi trent’anni, travolti dalle loro ambizioni personali – spesso frustrate – o dal loro essere servi di partito senza accorgersene, dal rinunciare a cantarle chiare pubblicamente quando era ora, dalle malelingue o dalla cattiveria della gente e di certi quotidiani online.
A chiusura del riuscitissimo convegno la proiezione di un video realizzato da “La Valeur d’Aimé”, del quale il candidato da 49 voti è portavoce, testimonianza che associazionismo e politica sono indipendenti l’uno dall’altro, un video contro l’omofobia rifiutato da tutte le scuole valdostane, non nuove a sdegnarsi di fronte a certe proposte. Saranno i miracoli dello Statuto Speciale.
Testimoni della triste vicenda riferiscono di un particolare assai toccante, una dichiarazione del Sindaco che alla domanda sul come mai si fossero rifiutate le trascrizioni dei matrimoni egualitari celebrati all’estero rispondeva così: “Il riconoscimento di tutti i tipi di famiglie è un atto che compete al legislatore, non al sindaco” (Ignazio Marino, sindaco di Roma, insegna il contrario, ma forse di Ignazio Marino qui non si è mai sentito parlare) e si inoltrava poi in una disquisizione sul perché lui, da Sindaco che è contro l’Omofobia, abbia accettato di firmare il documento del Forum delle famiglie: “L’ho letto con attenzione, parlava di tematiche amministrative, di aiuti alla famiglia, specialmente se numerosa, e non era in contraddizione con il nostro programma, perciò l’ho firmato: noi dobbiamo dialogare con tutti, dare risposte a ciascuno. Ma voglio sottolineare che riguardo alla definizione di famiglia non concordo con la posizione del Forum”.
Il Sindaco del resto è il Sindaco di tutti, e bisogna dialogare anche con chi stila documenti difficilmente non condivisibili (lo trovate qui) e poi partecipa alle giornate delle Sentinelle in Piedi.
Tutto fa brodo in questa Italietta nella quale ognuno è qualsiasi cosa ed il suo contrario, nel quale il protagonismo giovin virgultiano può più dell’intelligenza e dove si riesce a trasformare – inconsapevolmente, senza nemmeno porsi il problema di correre il rischio – una Giornata contro l’Omofobia, in un inno alle Omofobie: interiorizzate e non. Saranno i miracoli dello Statuto Speciale.
Con tanti saluti all’associazionismo LGBT e ai suoi disastri.
(20 maggio 2015)
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