di Daniele Santi
Puntuali nell’accusare gli altri delle loro porcate e nell’inventarsi iniziative di disturbo all’acquisizione di diritti paritari a chi non ne ha, gli scudieri di Santa Romana Chiesa vengono pizzicati dalle forze dell’ordine perché incapaci di resistere ai loro turpi istinti pedofili.
Mentre gridano, complici i loro leccapiedi in parlamento, all’attacco alla famiglia tradizionale schierandosi contro il divorzio breve appena approvato, ecco che un altro scandalo pedofilo esplode tra le sacre mura e porta in carcere un parroco di Vercelli denunciato da tre minorenni dai 14 ai 17 anni: sesso in cambio di denaro e ricariche ai cellulari e adescamento via whatsapp erano le armi del prete direttore dell’istituto professionale Don Bosco a Vercelli.
Scrive Repubblica.it che il prete pedofilo per suscitare pietà si fingeva un cassaintegrato e risultava infatti essere piuttosto attivo anche al di fuori della scuola: in quelle occasioni il prete mentiva sulla sua professione raccontando di essere impiegato in una non meglio precisata società e di essere attualmente in cassa integrazione. Così dopo aver ottenuto un incontro con le sue vittime proponeva loro incontri sessuali in cambio di piccoli regali come ricariche telefoniche o scarpe da calcio. Il sacerdote aveva addirittura adibito una stanza apposita per gli incontri sessuali, dove metteva in atto sedute di “massaggi particolari” simulando competenze terapeutiche e sportive.
E sarebbero le coppie dello stesso sesso che vogliono sposarsi ad essere un pericolo per la società?
(24 aprile 2015)
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