di Il Capo
Nei giorni scorsi abbiamo assistito all’attacco dei quotidiani di certe corazzate mediatiche di questo paese, i cui titoli ed editoriali vergognosi fanno rabbrividire chi abbia un minimo di buon senso, alla legge sulle Unioni Civili aperte anche alle coppie dello stesso sesso che sarebbero l’apertura al matrimonio tra esseri umani ed animali. Senza stare a scomodare le vicissitudini delle vere bestie che hanno tentato di accoppiarsi – spesso riuscendoci – con cuccioli d’uomo, si chiamano preti pedofili e troppo poco si è scritto su di loro, non fa nemmeno troppo schifo vedere chi, come alcuni colti [sic] editorialisti, abbiano venduto il didietro per un posto di direttore di giornale o di editorialista, o per qualche, profumatamente pagata, apparizione televisiva solo per dare libero sfogo al loro odio per gli altri, alla loro sete di potere, al loro essere bastian contrari in tutto e per tutto, al loro stimolare l’umoralità italiota con titoli ad effetto e poco eleganti equazioni basate sullo stile succede-questo-succederà-quest’altro-perché-l’ho-detto-io.
Questi uomini e donne che cavalcano il paese come piscerebbero nel praticello della loro villetta (non c’è nulla come farla all’aperto, diceva qualcuno) sono accoppiati con altri uomini e donne che poggiano le loro flaccide natiche su poltrone parlamentari, come onorevoli e senatori, eletti all’ombra del potente di turno e che sono disposti, come i loro congiunti, a proferire n’importe quale verbo pur di sostenere il Kapo che con tanta generosità dà loro da mangiare.
Ne deriva che, come è sotto gli occhi di tutti, il matrimonio tra uomini (e donne) ed animali è in questo paese non solo permesso, ma già ampiamente praticato.
Con buona pace delle coppie dello stesso sesso che uno straccio di diritti ancora non ce l’hanno.
(8 aprile 2015)
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