di Il Capo
Che D’Alema riesca a trovare il coraggio di dare dell’arrogante a Renzi ha davvero dello straordinario. Lui che trasuda spocchia e ‘sticazzismo da ogni poro, che si rivolge all’interlocutore, chiunque egli sia, con l’umiltà del genio inarrivabile che concede all’ultimo dei plebei il suo dorato verbo e la sua scarsa attenzione, lui che è uno dei simboli del fallimento del Pd pre-Renzi come forza di governo, lui la cui storia è sotto gli occhi di tutti, dà dell’arrogante a Renzi.
Fermi lì. Non me ne frega niente di Renzi e non scrivo per difenderlo. Mi fa solo ridere che personaggi che non sono certo simbolo di umiltà e di capacità decisionale, ma al contrario di una classe politica fallimentare, capace di stipulare accordi con un capo di governo che ai tempi li disattese platealmente – qualcuno se lo dimentica D’Alema alla Bicamerale con le sue figuracce? Per non parlare della caduta del governo Prodi per un voto… – che un leader politico (preparatissimo, per carità, uno dei migliori ministri degli Esteri della storia d’Italia) che ha fallito su tutti i fronti contribuendo alla quasi implosione del partito in cui militava, attribuisca decisioni arroganti al segretario eletto con il 73% dei voti da primarie interne.
Come se nessuno sapesse che in politica le decisioni si prendono a maggioranza.
(22 marzo 2015)
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