di Il Capo
In prima fila nelle contestazioni a Marino delle scorse settimane, con Meloni in televisione a caccia di intolleranti voti d’odio, scavalcato a destra da Salvini, il buon Alemanno ora grida di meno e si dimette da tutti gli incarichi che aveva nel partitino che tanto piace all’estrema destra romana. In prima fila nelle contestazioni a Marino non c’era solo l’indecente Destra capitolina, ma anche il Pd romano che, forse ancora impegnato a sparlare del Sindaco Marino, non ha rilasciato fino ad ora – a meno che non ci siano sfuggite – nessuna dichiarazione ufficiale sulle questione a parte il tweet di Tommaso M. Giuntella, presidente del Pd romano – via Twitter che riportiamo.
Si faccia chiarezza subito.
— Tommaso Giuntella ن (@TomMiGiuntella) 2 Dicembre 2014
E’ noto che il silenzio è d’oro, penseranno certi dirigenti Pd che spessoo dovrebbero stare zitti, ma quando dovrebbero parlare non dicono una parola. L’esplosione di uno scandalo finanziario di queste dimensioni, di uno scandalo politico di queste dimensioni, meritano la riflessione e la pacatezza, non certo il silenzio. E l’affermazione: “Azzerare le tessere”, non basta. E nemmeno basta la dichiarazione del deputato democratico Morassutt riportata da Repubblica.it: “Bisogna aprire una discussione finalmente sincera al nostro interno, il nostro tesseramento andrebbe azzerato e rifatto da capo. Sono convinto che le riserve democratiche di questo partito siano ancora grandi e non vadano disperse, occorre recuperare quelle che si sono allontanate, intervenendo con delle azioni decise. Bisogna intervenire su come si fa il tesseramento, sulla trasparenza delle spese elettorali, introdurre l’anagrafe patrimoniale degli eletti, accessibile ad ogni cittadino” (…) “Il fenomeno del radicamento delle mafie a Roma è sicuramente datato, però non credo che si debba fare un appiattimento su tutte le amministrazioni che in passato hanno governato Roma. La differenza è che, con la giunta Alemanno, quello con la criminalità è diventato un rapporto organico, stretto, quasi di dipendenza, ha fatto un salto di qualità profondo con la politica”.
Ci si ferma alla difesa del Partito? Non siamo mai stati forcaioli da queste parti, e non lo diventeremo certo ora, ma ci sono cose che vanno dette. Gli attacchi a Marino avvenivano perché Ignazio Marino tenta di scardinare meccanismi di potere oliati e tollerati da tempo all’interno del Campidoglio? Diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma non si sbaglia mai. E’ vero invece che spesso ci si sbaglia, ma ci sono silenzi inopportuni che portano a pensare cose sbagliate in un momento in cui di pensar male proprio non ce ne sarebbe bisogno. E’ tutto lì. Sotto gli occhi di tutti.
Il Pd romano (e nazionale) pagherà un prezzo politico altissimo per l’inchiesta “Mafia Capitale”, come tutti ormai hanno denominato o scandalo affaristico-economico-mafioso che vede indagate 100 persone, funzionari eccellenti ed ex sindaci e dimissioni in seno al Campidoglio.
Per uscire dalla palude e dall’assedio che prima di tutto il M5S ha già iniziato (Alessandro Di Battista ha annunciato via Facebook la mobilitazione con la consueta classe: “La mafia, soprattutto a Roma, è una montagna di merda!”), il Pd romano dovrà affidarsi – quando si dice la sfortuna – proprio a quell’Ignazio Marino che voleva far fuori fino a due settimane fa.
Quotidiano.net pubblica l’elenco di indagati ed arrestati. A voi la lista.
(3 dicembre 2014)
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