di Max Calvo
Rete Lenford, Avvocatura per i diritti LGBT, è stata la prima entità a muoversi nei confronti dei Prefetti di Alfano che erano pronti ad ordinare la cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni egualitri contratti all’estero, mettendosi di fatto, al servizio del Ministro dell’Interno alla disperata ricerca di voti e di visibilità politica, con il suo Ncd pericolosamente sotto la soglia del 2% nei sondaggi.
Il buco nell’acqua di Alfano è visibile quasi senza necessità di ulteriori spiegazioni e la resistenza dei Sindaci è, in qusto caso come in molti altri, eroica. Ora si attende una battaglia giuridica che per il buon Alfano si risolverà con una serie di grattacapi, come se le questioni Stefano Cucchi e operai pestati dalle Forze dell’Ordine e sua personale ricostruzione dei fatti, non propriamente aderente alla realtà, non fossero sufficenti a dare l’esatta statura di un Ministro pericolosamente vicino alle soglie dell’incompetenza che affronta l’ennesima mozione di sfiducia (dalla quale è passato indenne).
Abbiamo chiesto all’Avv. Maria Grazia Sangalli, co-presidente Rete Lenford-Avvocatura per i diritti LGBTI, di rilasciarci una itnervista dove tentiamo, grazie alle sue pertinenti risposte, di offrire ai nostri lettori, una chiave di lettura e di comprensione degli eventi legati alla trascrizione dei matrimoni egualitari contratti all’estero ed alla loro reale ricaduta sulla società italiana in termini di validità, e la conseguente battaglia ideologica messa in campo dal ministro dell’Interno e dai suoi Prefetti che hanno dovuto evocare non meglio identificati – e ridicoli – motivi di “ordine pubblico” per giustificare le loro azioni.
L’intervista:
Cominceremmo con la diffida inviata da rete Lenford al prefetto di Roma, Pecoraro…
Abbiamo inviato la diffida al prefetto di Roma quando abbiamo appreso della sua intenzione di procedere all’annullamento delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso disposte dal Sindaco Marino. Segnalavamo l’assoluta inesistenza di un potere in capo tanto ai prefetti quanto agli Ufficiali di Stato civile di annullare gli atti di trascrizione e lo inviatvamo a desistere, segnalando che così facendo si sarebbe determinato un clamoroso abuso di potere e una indebita invasione della sfera del potere giurisdizionale.
Diffida che non è stata presa in considerazione…
La diffida è stata ignorata ma il fatto che i prefetti siano stati avvisati dell’illegittimità della cancellazione sotto molteplici profili, rileva ai fini della configurabilità del dolo, nell’eventuale procedimento penale che si dovesse aprire.
E’ costituzionalmente corretta l’iniziativa di Alfano?
La circolare di Alfano contiene dei clamorosi errori, non ultimo il fatto che nessuna autorità amministrativa può cancellare un atto trascritto nei registri di stato civile, lo può fare solo l’autorità giudiziaria, come prescrive la legge. Inoltre fa riferimento, impropriamente, alle disposizioni che riguardano gli atti amministrativi, mentre le trascrizioni non sono provvedimento amministrativi ma atti dichiarativi e certificativi.
Ora la Prefettura di Roma parla di “obbligare” Marino alla cancellazione della trascrizione delle unioni egualitarie celebrate all’estero e riconosciute tre settimane fa…
I Sindaci sono tenuti al rispetto della legge e non delle circolari o dei decreti prefettizi, se il prefetto intende comunque procedere in violazione delle norme, dei regolamenti e delle prassi che sul punto sono molto chiari, dovrà assumersene in prima persona la responsabilità.
E’ legale tutto questo?
Non è legittimo e credo che i Sindaci facciamo bene, a propria tutela, a rifiutarsi. Diversamente , ripeto, violerebbero la legge.
Nel caso non lo sia perché la Prefettura va comunque avanti?
Occorrerebbe chiederlo alla prefettura, che ha tra l’altro motivato l’urgenza del suo intervento con l’esigenze a di “evitare effetti pregiudizievoli per l’unitarietà dell’ordinamento giuridico”. Si continua a sovrapporre il piano della trascrizione dei matrimoni same sex contratti all’estero, che ha solo effetti certificativi e di pubblicità, con il riconoscimento dei matrimoni nel nostro ordinamento.
La definizione che dice che le unioni gay sono un “problema di ordine pubblico” è un’escamotage repressivo?
L’ordine pubblico viene evocato spesso a sproposito. La legge sull’ordinamento di stato civile chiarisce che l’unico impedimento alla trascrizione di un matrimonio contratto all’estero è rappresentato dalla sua contrarietà all’ordine pubblico. La corte di cassazione, con la sentenza 4184 del 2012, ha definitivamente chiarito però che i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati fuori dai confini non sono contrari all’ordine pubblico, sono validi ma semmai non producono effetti giuridici, o ne producono di limitati, nel nostro ordinamento.
Quali mezzi intende Rete Lenford mettere in campo per contrastare l’azione di Alfano e dei suoi prefetti?
Stiamo valutando insieme alle coppie le azioni da intraprendere. Per il momento abbiamo depositato alla Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Udine un esposto penale chiedendo se nei comportamenti che hanno segnato la cancellazione delle trascrizioni sia ravvisabile la sussistenza di reati. Noi ne abbiamo individuati almeno tre e a quanto ci risulta la Procura ha aperto un fascicolo.
Le associazioni LGBT italiane hanno deciso di intraprendere azioni legali?
Non mi risulta, ma in questo momento sarebbe auspicabile che facessero sentire con forza la loro voce, anche per mantenere alta l’attenzione sul tema dei diritti civili. La questione delle trascrizioni ha avuto il merito di fare emergere le contraddizioni e le fragilità di un sistema giuridico che su questi temi è rimasto isolato rispetto al resto dell’Europa e dei paesi occidentali e questo è l’aspetto giuridico e politico che faremo emergere nelle opportune sedi. Ma ha anche dato vita ad un’alleanza tra sindaci, amministrazioni comunali, società civile, famiglie omosessuali del tutto nuova e inaspettata che andrebbe sostenuta e coltivata.
Perché il Governo tace?
Ottima domanda. Come avviene molto spesso in questo Paese l’agenda politica è dettata da convenienze e da operazioni poco cristalline che ai più sfuggono.
(6 novembre 2014)
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