di Paolo M. Minciotti
Lui è il pastore battista Robby Gallaty, un altro dei molti fortunati che parlano con dio, il suo, perché ognuno ne ha uno diverso: un dio che a uno dice di ammazzare gli infedeli, un altro di decapitare le minoranze, un altro di ammazzare i bambini, un altro ancora di pestare le donne, un altro ancora – è il caso del dio di Robby Gallaty – che “vuole morti tutti gli omosessuali”.
Non si sa dove Robby Gallaty e il suo dio si siano visti per discutere di questo, forse in un bar, ed immaginiamo che il bravo e buono Robby Gallaty abbia resistito all’ordine del suo dio, poi – complice anche la necessità di dimostrare ai fedeli della sua Brainerd Baptist Church in Tennessee di avere un contatto diretto con il suo dio, essere credibili spinge i fedeli a fare offerte, più si è “in diretta con dio” più questi sganciano – si deve essere deciso ed ha dichiarato dall’alto della sua umanissima battista compassione che “dio vuole tutti gli omosessuali morti”.
Chissà che dio è quello che ordina a questi cialtroni che si eleggono suoi portavoce per ambizione o sete di potere, di ammazzare di qua o di là, o di eleggere tra i cittadini coloro che sono da ammazzare o no. A noi – che di cose di dei siam poco pratici – decidere in grazia di un dio che qualcuno va ammazzato ci sembra un’operazione da far vomitare ovunque ci si trovi, anche se è raccomandata una certa discrezione e che andrebbe punita, immantinente, senza por tempo in mezzo, da parte delle autorità di tutti gli stati. Perché incitare all’odio non è libertà d’espressione.
(6 settembre 2014)
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