di Daniele Santi
Il 15 agosto scorso (abbiamo perso la notizia e ce ne scusiamo con tutti voi), il leader del gruppo omofobo “Occupy Pedophilia”, protagonista di vessazionie linciaggi a giovani omosessuali circuiti attraverso il social network Vk.com sulle cui pagine venivano poi postati i video con le immagini delle brutalità commesse, spessoseguiti da commenti tipo “Abbiamo distrutto la vita di un altro”, Maxim Sergeyevich Martsinkevich, dopo essere fuggito all’estero e avere scatenato attacchi omofobi in Ucraina ed essere stato infine arrestato dalla polizia cubana, è stato condannato a cinque anni di prigione non per i suoi attacchi omofobi, non per le torture inflitte alle sue vittime – tutti giovanissimi adolescenti – ma per avere “fomentato ed incitato all’estremismo attraverso i social networks e avere diffuso idee estremiste contro la Russia”.
I video che contenevano le immagini degli abusi omofobi da lui perpetrati non sono stati presi in considerazione dalla corte che lo ha giudicato.
L’uomo era stato arrestato a Cuba per avere infranto le locali leggi sull’immigrazione.
(27 agosto 2014)
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