di Giancarlo Grassi
L’ambasciatore iracheno in Italia Saywan Barzani, aveva generosamente offerto al grande statista Di Battista dei pacifisti de noantri a cinque punte un visto per andare a trattare con i jihadisti dell’ISIS che tagliano teste di qua e di là, ammazzano donne e bambini, si danno alle conversioni forzate, e bazzeccole di questo genere, fulminato – l’Ambasciatore in Italia – dal verbo di Di Battista “Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione”, che è propaganda di altissimo livello per i coatti del quartiere, dove fino a prova contraria donne e bambini non sono stati ancora sepolti vivi in fosse comuni, a meno che Di Battista Grande Statista non sia in possesso di notizie che noi non abbiamo, che è anche possibile, facendo noi – o cercando di fare – solo della volgare informazione.
Aveva proseguito l‘Ambasciatore iracheno in Italia, “Se l’onorevole Alessandro Di Battista ha la possibilità di entrare in contatto con loro e vuole andare nelle zone sotto il loro controllo per intavolare con loro una discussione, sappia che il suo visto di ingresso in Iraq è pronto: può andare ad Erbil, raggiungere in qualche modo Mosul e convincere i terroristi a fermare il genocidio di cristiani e musulmani come sta avvenendo in questi giorni”.
Ci piacerebbe sapere se l’invito è stato accettato e se Di Battista si trova in Iraq, certi che una sua decisione in tal senso porterebbe alla fine di tutti i conflitti nell’aera, scioglierebbe l’ISIS in un sol colpo, riporterebbe alla sanità mentale Al Baghdadi e forse darebbe sollievo anche alla Nigeria assediata da Boko Haram che di quell’integralismo è figlio, e magari se ci va bene lo farebbero anche califfo.
(24 agosto 2014)
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