di Il Capo
Mariela Castro non è una qualsiasi: è la figlia di Raul Castro e la nipote di Fidel Castro. Insomma, è parte del futuro del regime, mettiamola così. E’ inoltre una sessuologa di fama nell’isola, il cognome Castro apre molte porte nell’isola, ed è presidente del CENESEX – Centro Nacional de Educación Sexual, millantando uno straordinario impegno a favore delle persone omosessuali e transessuali dell’isola.
Qualche tempo fa è riuscita anche nella straordinaria impresa di spacciare per matrimonio ugualitario un matrimonio tra un uomo gay ed una trans (donna a tutti gli effetti), tanto perché si capisca il tipo di impegno e comprensione della questioni lgbtqi degli esponenti della famiglia Castro.
Il suddetto matrimonio è stato naturalmente celebrato con il contorno di festa, massmedia, ed appoggio delle associazioni lgbt gradite alla Signora Castro, mentre le altre, quelle che non appoggiano il regime, sono state non solo tenute lontane, ma i loro uffici sono stati chiusi per alcuni giorni. Perché non rompessero le scatole, diciamo.
Ora, la Signora Castro figlia di Raul e nipote di Fidel si è schierata contro un progetto di legge antidiscriminazione (sic) che a suo dire non offre garanzie alle persone affette da HIV (che a Cuba venivano confinate fino a pochi anni fa, perché crepassero tra loro senza colpo ferire al regime della Castro spa di cui Mariela è legittima erede) e per le persone transessuali a cui Mariela Castro vuole tanto bene.
In questo trionfo di ipocrisia di regime Mariela Castro non proferisce verbo sugli omosessuali che vengono arrestati con l’accusa generica di “prostituzione”, o sulle manifestazioni per la libertà omosessuale (sic) alle quali le associazioni lgbt che lottano contro il regime non possono partecipare proprio per i veti di Mariela Castro, contro presunti reati di “pericolosità per il futuro di Cuba” sotto il quale si nascondono ancora arresti indiscriminati, vessazioni della polizia, manifestazioni cancellate, raid nei locali e nei bar della capitale.
Con la stampa italiana che continua a cadere nella trappola della propaganda cubana. Che tristezza.
(21 agosto 2014)
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