di Daniele Santi
Avevamo scritto in un articolo poco dopo la messa online del nostro giornale che l’odio antigay in Africa avrebbe portato a persecuzioni e delazioni atte a togliere di mezzo un nemico, e nelle guerre tra poveri e poveracci c’è sempre un nemico da far fuori.
Un articolo pubblicato da Erasing 76 Crimes cita il caso di un giovane camerunese che nel 2012 si è comprato un pezzetto di terra poco fuori da Yaoundé sul quale ha costruito un bar. Immediatamente dopo l’apertura del suo esercizio l’uomo ha cominciato ad essere accusato dal vecchio proprietario del terreno di essere gay, cosa che gli è valsa sei giorni di prigione, un attacco di un mob antigay armato di machete, ed un paio di aggressioni.
Le accuse si sono poi rivelate false: un uomo del luogo che aveva a sua volta accusato di molestie sessuali il giovane proprietario del bar – al quale quest’ultimo insegnava karaté nel tempo libero – ha ritrattato dicendo al giudice che le sue accuse “erano state costruite” ad arte.
La storia è lunga ed articolata, se padroneggiate l’inglese la trovate qui.
(25 luglio 2014)
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