di Gisella Calabrese twitter@giscal77
“Se bella vuoi apparire, un poco devi soffrire” è un detto popolare che tutte le generazioni di donne conoscono bene, talvolta pure troppo. E se poi capita che a sessant’anni ti sei anche un pochetto stufata di soffrire per mantenere il bell’aspetto longilineo dei tempi andati, saranno pure sacrosanti fatti tuoi. E invece no, soprattutto se ti chiami Veronica Lario e sei la seconda ex moglie di Silvio Berlusconi. Premetto che non ho mai avuto ammirazione per la signora, perché ho sempre pensato che per stare con un individuo simile bisogna avere un pelo folto sullo stomaco (contro cui la ceretta nulla può) ed essere molto simile a lui per chiudere gli occhi davanti a cose che fanno imbarazzare la normale decenza. Poi mi sono un po’ ricreduta quanto si sfogò pubblicamente su un giornale nazionale con una lettera aperta che aveva tanto il sapore di un mea culpa per aver accettato passivamente quel “ciarpame” (usò proprio questo termine) più per amore dei loro figli che per una scelta davvero consapevole.
In realtà, penso che invece le abbia fatto molto comodo in questi anni il suo ruolo di moglie di Silvio nazionale e che quando lo schifo non si poteva più nascondere con una scopata (ops, scusate, volevo dire spazzata) sotto al tappeto, un moto di dignità l’ha spinta a cercare almeno di salvare la faccia, prendendo finalmente le distanze dagli ingombranti festini del marito (come dimenticare Ruby Rubacuori minorenne) e rivendicando la sua libertà di donna con la richiesta di divorzio. Che poi tale separazione le frutti poco più di 40,000 euro al giorno non importa, ciò che conta è l’aver salvato (almeno apparentemente) l’orgoglio e la dignità. Ad ogni modo da donna apprezzai quella missiva al vetriolo che poneva il marito in un profondo imbarazzo (anche se sospetto che lui non sappia nemmeno dove abiti questo “bislacco” sentimento) di fronte a tutta Italia, ma soprattutto che imbarazzava terribilmente tutti noi di fronte al mondo.
Ciò che però ho sempre apprezzato di lei è stata la sua riservatezza, il suo voler stare lontana dai riflettori, il suo silenzio stampa, il suo desiderio di fare solo la mamma e la nonna. Ma il gossip, si sa, è sempre dietro l’angolo, soprattutto se ti chiami Veronica Lario e sei l’esosa ex moglie dell’ex Presidente del Consiglio ahinoi più longevo della storia italiana. E chi è l’indiscusso re del gossip “de noantri” che non perde mai occasione di mostrare il suo cattivo gusto (e i suoi terribili papillon)? Ovvio, Alfonso Signorini e la sua “rivista” (che io invece definisco cartaccia da lettiera del gatto) Chi, che pubblica impietosamente degli scatti rubati di una normale scena quotidiana. La Lario, vestita simil cavallerizza con un fuseaux, un piumino smanicato di mezza stagione e i capelli arraffazzati in una coda di cavallo. Dov’è la notizia? Semplice: Veronica è ingrassata e il suo evidente sovrappeso ha fatto smuovere persino il parere di un sedicente chirurgo estetico che interviene sulle pagina del servizio con qualche indicazione su quale intervento dovrebbe fare nonna Veronica per ridurre il girovita e quel collo ormai taurino e raggrinzito.
Sì, sì, è gossip e da una rivistina come questa non possiamo aspettarci nient’altro, ma signori miei, che pesantezza! E non mi riferisco alla signora Lario, che in questa circostanza mi è diventata più simpatica, ma ad Alfonsino sette bellezze che infierisce regolarmente su di lei con un godimento pari alla sua sciatteria nei modi e nei termini. Nonna Veronica all’ennesima provocazione s’è stizzita e ha fatto una pesante replica contro il suo detrattore numero due (do per scontato che il primo sia Silvietto) che – guarda caso – è un dipendente di Berlusconi, dato che lavora per il gruppo Mondadori che, di fatto, appartiene in maggioranza all’omino arcoriano. Lei rivendica la libertà di invecchiare senza correre a rimedi di chirurgia plastica e pure ad ingrassare, portando fieramente in giro la sua cellulite. Ora, da donna “in carne” quale sono (e non fate battutine, ché mi offendo) concordo senza ombra di dubbio su questa libertà, e non solo perché come il novanta per cento delle donne, sono portatrice sana di cellulite. A onor del vero la signora Lario dal chirurgo un saltino ce l’ha già fatto tempo addietro e sicuramente per arrivare a sessant’anni con quelle gambe ancora magre e toniche deve aver pedalato un bel po’, e non solo in senso metaforico. E di certo un tantinello faziosa potrebbe sembrare, dato che nei tempi d’oro appariva sui giornali solo in forma smagliante e sempre con articoli lusinghieri, mentre ora c’è chi s’è fatto una pensione d’oro con gli spetteguless e si diverte a immortalare la signora – per cui prima tanto rispetto aveva avuto (era pur sempre la moglie del suo capo, eh?!) – in ignare pose trasandate. Ciò che Alfonsino sette bellezze non capisce è che in questo modo la rende molto più simpatica e più vera. Sfido chiunque a non riconoscersi in queste foto di vita quotidiana, con i figli, i nipoti, di ritorno dalla spesa al supermercato. E’ un po’ ingrassata, e allora? Questo sarebbe un gossip? Quello che mi fa davvero infuriare poi sono i siparietti del chirurgo e del nutrizionista che danno consigli non richiesti all’inconsapevole nonna Veronica per tornare in forma perfetta. A sessant’anni? Ma chi se ne frega, aggiungo io. Arrivate voi due, freschi freschi, a suggerire cose che la signora Lario saprà bene da sé, dato che per arrivare alla sua età in questa forma (invidiabile, a mio dire) ne sa pure più di voi sue messi insieme.
Resta poi il motivo che mi ha spinto a scrivere questo pezzo: la libertà di essere come ci pare. Tutti saremmo più felici se fossimo sempre più in forma e più belli, ma se ad un certo punto della nostra vita, problemi di salute a parte, siamo stanchi di sgobbare per rispondere ad un canone di perfezione estetica che in profondità nasconde un enorme vuoto ed insicurezza, saremo pure liberi di fare come ci pare. Soprattutto nella terza età, quando sarebbe opportuno accettare i segni del tempo che passa con serenità e quella buona dose di maturità che gli anni passati dovrebbero averci donato. Perché una donna deve stravolgere completamente i tratti del suo viso, diventando un mostro orripilante? Un esempio per tutti: avete visto la mammina di Silvester Stallone? Io quando la vedo in foto resto a bocca aperta allibita, sempre più incredula di come si sia trasformata. Penso che se la incontrassi di notte, all’improvviso, potrebbe venirmi un infarto per terrore puro e inconsolabile. Ora mi chiedo, noi donne dobbiamo davvero sopportare questa pressione? E i cosiddetti “personaggi pubblici” come la signora Lario devono per forza sottostare a queste stupide regolette del jet set? Ovviamente, manco a dirlo, la polemica a distanza si sta consumando da giorni e Signorini non ha perso tempo, replicando che questo è gossip e lei è un personaggio pubblico che ormai ha poca ironia, per arrivare a prendersela tanto (e in questa diatriba lui fa ancora parlare di sé e della sua rivistina da toilette, superando persino il suo intento iniziale). A dargli manforte arrivano pure argomentazioni non richieste di altri sedicenti “personaggetti” come la Lucarelli, che suggerisce alla signora di farsi una risata e fare meno l’ipocrita. Soprassediamo su quello che io – signora nessuno – consiglierei a entrambi, ma una cosetta la voglio dire: caro Alfonsino, Veronica sarà pure personaggio pubblico e sarà pure in leggero sovrappeso, ma a queste cose si può sempre rimediare, sono ancora mutamenti reversibili, mentre per chi è deficitario di intelligenza e senso di decenza… beh, per quello non c’è proprio niente da fare, il botox nel cervello non funziona.
Cordialmente vostra.
(19 maggio 2014)
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