di Gaiaitalia.com
Il quotidiano Pagina 99 pubblicava lo scorso 25 marzo un interessante articolo sulle ferrovie italiane, quelle gestite dal geniale amministratore delegato Moretti che emigrerà se gli abbasseranno lo stipendio, 850mila euro all’anno, du spaghi, che citava una ricerca dell’Università Milano Bicocca dalla quale si evince che dal 1992 al 2012 le Fs hanno ricevuto dallo stato mediamente 9,9 miliardi di euro, per una spesa pubblica – nel ventennio citato – di 207,7 miliardi di euro.
La ricerca cita i casi di altri paesi europei come la Francia, dove il settore è il doppio di quello italiano nel settore infrastrutte e più del doppio per il volume di passeggeri trasportati, dove la spesa è stata di 153, 6 miliardi. O il caso della Gran Bretagna, i cui numeri in fatto di strutture e passeggeri sono assai simili a quelli italiani che ha speso 69,3 miliardi. Un terzo di ciò che abbiamo speso noi.
Si è data la colpa all’Alta velocità: errore. Dal 1992 ad oggi infatti, secondo la ricerca di Milano Bicocca, in Italia sono stati costruitto e messi in esercizio 700 km di linea, contro i 1200 della Germania e i 1300 della Francia. Se non bastasse l’Italia è stato anche l’unico paese i cui livelli di traffico ferroviario si sono ridotti: dal 1992 ad oggi il numero di passeggeri per chilometro delle Fs è diminuito del 16%.
In Germania è cresciuto del 39%, in Francia del 45%, in Gran Bretagn dell’83%.
Secondo la ricerca, ed in base agli standard medi europei elencati, l’esborso totale per la finanza pubblica italiana avrebbe dovuto essere pari a 3,8 miliardi di euro all’anno. Molto meno di quanto effettivamente sborsato dalla casse dello stato. Quindi dalle tasche nostre.
Il commissario alla spending review Carlo Cottarelli, nelle cui mani è finito il dossier, pare abbia qualcosa da dire sulla questione. Moretti cosa dice?
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