di Daniele Santi
Dopo le dichiarazioni agghiaccianti di Pescante, omofobo presidente del CONI che non sa di esserlo, ci sono le post-dichiarazioni, quelle che anziché sistemare le cose finiscono per chiarire i pensieri poco articolati: “Farmi passare per omofobo fa ridere”, ha detto Pescante, ignaro protagonista di una ridicola saga sportiva.
E’ evidente che l’Ometto non ha coscienza di sé, che i suoi strafalcioni sono dettati dalla sua testa di Presidente del CONI che non ha nessuna relazione, in termini neuronali, con la testa-pensante [sic] dell’uomo Pescante – la rima è voluta così potrete anche canticchiare la frase.
L’intervista rilasciata da Pescante al corriere della Sera suonava così: “La Cecenia è molto vicina a Sochi e i controlli sono molto severi, ma c’è un altro tipo di terrorismo che ci preoccupa, quello politico in nome di diritti che tutti noi condividiamo ma che non devono essere avanzati solo in occasione di un’Olimpiade” (…) “È assurdo che un Paese così (gli Stati Uniti, ndr ) invii in Russia quattro lesbiche per dimostrare che in Russia i diritti dei gay sono calpestati. Lo facciano in altre occasioni. I politici approfittano dell’Olimpiade. Basta con queste strumentalizzazioni: i Giochi non possono essere l’occasione e il palcoscenico per rivendicare diritti che lo sport sostiene quotidianamente. E meno male che 2.700 anni fa si fermavano anche le guerre per i Giochi. Ora assistiamo a atti di terrorismo politico. Su questo farò un intervento al Cio”, sia chiaro che in un paese decente un dirigente così verrebbe allontanato a calci.
Dopo queste dichiarazioni, e le conseguenti feroci polemiche che si sono scatenate in tutto il paese, non sono attraverso i portavoce dell’associazionismo LGTB, Pescante ha tentato disperatamente di tornare sui suoi passi dicendo “Farmi passare per omofobo fa ridere”, e mettendosi in una posizione insostenibile.
Dopo le perle al Corriere, aspettiamo il suo discorso al CIO. Magari il bravo Pescante ci renderà felici confermando ciò che il titolo di questoa rticolo suggerisce: cioè che l’omofobo è ignorante e non ha coscienza di sé né di ciò che dice.
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