Non sono certe le immagini di nudità a sconvolgermi, ma conosco abbastanza l’Africa e gli Africani per sapere quanto il costringerli a denudarsi davanti agli altri per essere sottoposti ad una “pubblica” disinfezione contro la scabbia, o contro la possibilità che ce l’abbiano e la trasmettano, possa umiliarli ad un livello profondissimo.
E’ questo il poco che mi sento di dire rispetto alla questione del video mostrato dal TG2 lunedì sera che ha scatenato la solita italica indignazione che durerà quanto? Due giorni? Tre? Una settimana? Il tempo di un’eiaculazione? Quando ci si indigna per tutto in realtà non si è interessati a nulla, questo è il mio pensiero.
Letta dice che i “responsabili saranno puniti”, mentre il 51% dei lettori del Corriere si dichiara “soddisfatto” della notizia.
Comprendo le parole del Sindaco di Lampedusa: “È una pratica da lager”, certo. Ma i centri d’accoglienza [sic] temporanea non sono forse nati per dare il “benvenuto agli immigrati irregolari”, criminali sul nostro territorio grazie ad una legge immonda come la Bossi-Fini? Nicolini continua dicendo parole che la saggezza popolare comprende perfettamente: “Una pratica sanitaria non si fa all’aperto, irrorando gli ospiti, nudi, con un tubo. Lampedusa e l’Italia intera si vergognano di queste pratiche d’accoglienza”.
La domanda finale è: fino a quando si vergogneranno di queste pratiche d’accoglienza? Fino al prossimo video? Fino a dopo Natale? Quando incontriamo un immigrato pensiamo che magari è passato da lí, proprio da quella storia lì? Lo ha segnato o no?
Il mio non è buonismo. Giusto ieri pomeriggio, in Piazza Trevi a Roma, ho mollato una sberla in faccia ad un ragazzino cingalese che mi ha offesa con un commento pesante e gratuito. Ma tra il buonismo dell’indignazione pre-natalizia quando vanno in onda i video che devono far sentire buoni gli spettatori e la civiltà che impedisce agli esseri umani di essere trattati a priori come beste c’è proprio quello di mezzo: la civiltà.
Quella stessa che deve punire duramente chi si rivela, invece di essere umano, animale: immigrato o indigeno che sia. Senza buonismi.
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