di La Lurida twitter@lalurida
Caro Babbo Natale,
la prima cosa che ti chiedo, e scusami anche se il mio italiano è un po’ scancherato mo’ son qa che ti scrivo mentre ‘scolto il diretore del TGZI4 su La7 e dopo di lui Paolo Mieli, che capisi anche te che fan venire un canchero anche a un morto quando son tutti e due insieme, mo’ anche da soli.
Ecco se dovessi spremere un desiderio, ti chiederei – se fossi sinczera – di farczi venire un ictus leggzero leggzero a tutti questi que che son sempre in televisione che due maroni, che cz’han la verità in bocca che mangzian da tutte le tavole diobono, mo’ un ictus legzerino che cz’impedisca la favella solo quando son davanti una telecamera, a vedere se smetton di invitarli qei condutori lì che son tutti alternativi mo’ il vechiume che due maroni…
Se poi dovessi spremerne n’altro di desideri, a parte averczi nel letto quel negretto di trent’anni col culo a mandolino che abita al piano qui sotto che czi piacze la passera e che se non è micca normale non cz’ha colpa lui, che io non discrimino nesuno, ti chiederei anche di portarczi dei politiczi seri: mica dei grilini, mo ‘ dei piseloni, politicamente parlando dicziamo, che magari – che due maroni – czi piacczia anche l’idea che prima dei cazzi suoi czi son i cazzi dell’Itaglia con la gl, che te sei uomo di mondo che se dico anche due porcate te ti ricordi che son La Lurida e micca La Santa.
Se poi ne dovessi spremere un terzo di desideri, vorei propio che magari czi arivasero anche quei diritti che czi mancano ai gai, a le lèbiche, ai trans e ai bi, insomma agli ellegzibiti erre esse ti u vi zeta, che poverini magari due diritti ce li potresti anche portare, che io lo so che te sei introdotto, due paroline alla madonna, due madonne a Renzi susurrate nell’orecchio magari capise e zas!, fanno una legge deczente. Se poi gzià che ci sei in quel frangente lì fai anche venire un’influenzina a Scalfarotto, che non si sa mai cosa esca da czerte teste… poi fai te. Basta una febrina da due gziorni, mo’ quelli gziusti.
Poi Babbo Natale vorrei che la gzente fosse felicze, Babbo Natale, che cze n’ho pieni i maroni di gzente disperata che scarica adosso a quegli altri le sue beghe – che se fossero beghe… – che è sempre colpa di qualcun altro, così magari guarda fai una cosa: risparmia un po’ di tempo sui regali ai mocziosi e facczi un corso che czi insegni che anche quando è colpa degli altri sul serio a incazarsi e basta le cose non cambiamo. Bisogna tirarsi su le maniche darczi dentro, come fan le resdore. Che c’zè sempre da imparare…
Poi se ti rimane del tempo proteggzi un po’ questo quotidiano di deficzenti, questo qua che czi scrivo sopra io, quelli di Gaiaitalia, che son così semi che fan scrivere una come me. Che fortuna vuoi che cz’abbiano: però sicome son carini magari un po’ di protezione…
E Buon Natale anche a te, che cze n’avrai anche bisogno col culo che ti fai in gziro con le renne e un freddo porco…
Sempre tua,
La Lurida
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