di Daniele Santi
Ci sono spie infiltrate nei gruppi LGTB russi e microfoni piazzati nelle loro sedi: lo testimonia un reportage della tv di stato russa che ha trasmesso l’audio di una conversazione tenutasi durante una riunione di attivisti che doveva essere, ufficialmente, privata.
E’ lo stile di un presidente ex capo del KGB, lo stesso che inaugura in pompa magna un nuovo sistema GPS made in Russia, che pretende di installare antenne negli Stati Uniti per evitare “problemi di sicurezza” e che con le sue politiche da colonialista post-sovietico non ideologico, per questo ancora più pericoloso perché senza etica, pretende di esportare i suoi sistemi dittatoriali da one man show della mutua – frustrato, sempre peggio – sulla pelle di minoranze, omosessuali, dissidenti, giornalisti e attraverso discutibili alleanze politiche con gli stati più integralisti del mondo per la costruzione di un nuovo blocco anti-Occidente.
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