Voglio raccontarvi, un episodio sgradevole che mi è capitato questo pomeriggio nella metropolitana di Roma. Fermata Lepanto: scendo le scale, mi sincero dell’arrivo del treno, mi avvicino al muro – dove ci sono cartelli pubblicitari – per appoggiarmi e leggere (ho sempre libri con me, rompono meno degli umani), nello spostarmi guardo alla mia sinistra – non so nemmeno perché – ed in quel momento un giovane – immagino non più che diciottenne – che stava lì non so a che fare mi aggredisce verbalmente e mi grida: “Cosa fai frocio di mxxxa, mi guardi? Eh pedofilo, mi guardi? Chiamo la Polizia. Ho visto che mi hai seguito fin qui per spiarmi, pedofilo!”.
Rimango di sasso, ma solo per una frazione di secondo: gli rispondo a tono, gli chiedo chi si creda di essere, che non seguo nessuno tantomeno gli imbecilli, gli urlo di lasciarmi in pace, gli grido di chiamare la Polizia così ci facciam quattro risate e non faccio in tempo a continuare, arriva il treno.
Mi affretto a raggiungerlo ché ho cose da fare, non posso star dietro ad un idiota alle prese con i suoi squilibri testosteronici. Nell’avvicinarmi al treno dò le spalle al ragazzino, mi aspetto da un momento all’altro che mi salti addosso per pestarmi (lo avrei fatto a pezzi). Non lo fa.
Salgo sul treno tremando di rabbia e chiedendomi perché uno che non rompe i coglioni a nessuno e che cerca un posto tranquillo per leggere e che, casualmente, guarda alla sua sinistra anziché alla sua destra, debba essere investito da una scarica d’insulti ingiustificata da un postpuberale incosciente.
Auguri: bel futuro aspetta questo paese.
©gaiaitalia.com 2013 tutti i diritti riservati riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)