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Si comincia a parlare del Gay Pride del 2014 e c’è già chi inizia una guerra parlando di pace

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Roma Pride 2013 bdi Paolo M. Minciotti

Lo scorso 5 ottobre si è tenuto a Roma un incontro durante il quale è stata decisa la data del prossimo gay Pride Roma, fissata per il 7 giugno 2014, presenti numerose associazioni del movimento LGTBQI (t, u v, z…) romano come Associazione Libellula, Buzz Intercultura, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, DiGay Project, Gaynet Roma, GAYCS Coordinamento nazionale Dipartimento LGBT di Aics, Gayroma.it, I Ken ONLUS Campania, I Mondi Diversi, Leather Club Roma, Lista Lesbica Italiana, Nuova Proposta, Queerlab, Rete Genitori Rainbow, Roma Rainbow Choir, Stonewall Siracusa, UAAR Roma, assente – ma non ci aspettavamo il contrario – Arcigay, nota ed assai poco utile associazione nazionale i cui straordinari risultati sono sotto gli occhi di tutti, laddove “tutti” sta per tutti coloro che voglian vederli.

Tuttavia l’assemblea del 5 ottobre, non solo romana, non era stata convocata per palare del Pride di Roma o decidere la sua data; si voleva approfittare dell’incontro per parlare estesamente di strategie politiche, del sistema dei pride, del valore del Pride nazionale, come testimoniano i partecipanti non romani e le sigle nazionali presenti, firmatarie del documento che abbiamo pubblicato anche sulla nostra testata.

Durante l’incontro è stata anche discussa una lettera del Sindaco di Napoli De Magistris, che candidava la sua città ad ospitare il prossimo Gay Pride Nazionale, come pubblichiamo di seguito.

Lettera Mario Mieli De Magistris

 

A seguito di questo incontro, i partecipanti ci assicurano, costruttivo e pacifico, che non si può parlar di pace e far la guerra o parlar di uguaglianza e far le dive o ancora parlar di movimento ed essere egocentrici, il presidente del Circolo Mario Mieli Andrea Maccarrone invia una lettera al Sindaco di Napoli rispondendo alla proposta di ospitare il Gay Pride Nazionale nel capoluogo partenopeo con toni pacati e tranquilli; spiega Maccarrone che durante la riunione non erano state “prese decisioni definitive in merito al Pride nazionale, sia quanto alla opportunità di mantenere questa denominazione (questione attualmente molto dibattuta e controversa all’interno del movimento) sia sul dove eventualmente tenerlo. La proposta di tenere un pride nazionale a Napoli non è stata quindi discussa nel merito, ma, sono emersi alcuni dubbi di metodo, dal momento che fino ad oggi ad avanzare e discutere proposte in merito ai pride sono sempre state le associazioni lgbtqi o i comitati organizzatori locali, talvolta con il supporto delle amministrazioni locali, talvolta persino in contrasto con esse, ma non si era mai registrata una iniziativa diretta di un’amministrazione pubblica che, se da un lato segnala forse una crescita di una manifestazione che comincia ad essere percepita come una risorsa e un importante momento politico e sociale, dall’altro si può leggere come una ingerenza nell’autonomia del movimento stesso…”.

Pronta è arrivata la lettera di Arcigay Napoli che ha contesta l’iniziativa del presidente del Mario Mieli, Andrea Maccarrone, accusandolo di avere inviato una “faziosa comunicazione” al Sindaco di Napoli, e recriminando sulla “candidatura della città di Napoli quale sede ospitante il prossimo pride nazionale del Comitato Arcigay di Napoli, posizione pervenuta all’assemblea romana attraverso una comunicazione scritta e condivisa  con il cordinamento regionale lgbt “campania Rainbow” (Arcigay Napoli, Arcigay Salerno, Arcilesbica Napoli, Famiglie Arcobaleno, Maschile P, Associazione Trans Napoli ed altre 17 associazioni di supporto)…”, insomma: una polemica feroce, con toni da guerriglia.

Va precisato, secondo informazioni ricevute da questa redazione direttamente dal Circolo Mario Mieli, che la lettera del sindaco di Napoli era stata inviata al movimento italiano ed al tavolo lgbt napoletano prima dell’Assemblea ed il Circolo Mario Mieli l’aveva ricevuta dallo stesso presidente di Arcigay Napoli Ing. Sannino  Dopo essere stata letta e discussa nel corso dell’Assemblea, dove sono emersi quei dubbi sull’ingerenza di un istituzione si è decisa la linea da adottare, che è stata quella esposta da Andrea Maccarrone nella sua pacatissima risposta a De Magistris, la cui lettera è stata pubblicata anche da Gaia Spia e Repubblica.

Di fatto, Arcigay Napoli accusa il Circolo Mario Mieli di “ingerenza” nelle dinamiche napoletane lasciando a bocca aperta i rappresentanti del Mieli che parlano di “attacco insolito dell’Ing. Sannino”  per la “violenza e l’accusa che ci rivolge anche perché sembra voler totalmente delegittimare una parte del movimento, l’assemblea di Roma a cui tutto il movimento italiano era invitato”.

Anche l’associazione I Ken ONLUS Campania interviene nella questione con un comunicato durissimo nel quale dice

 

Egregio Sindaco,
Gentilissimi Presidenti,
 
Ringraziamo il Presidente Maccarrone per la doverosa comunicazione pacata e rappresentativa del dibattito del 5 Ottobre.
 
Esprimiamo il nostro disappunto e le nostre perplessità circa il tono delle affermazioni provenienti dal presidente del circolo Arcigay di Napoli che offendono chiunque paia non essere a sua “disposizione”.
 
Nessuno può pensare di poter “comandare” il movimento locale e quello nazionale a proprio piacimento, non partecipando alle assemblee di Movimento, scrivendo a nome e per conto di soggetti che hanno propri riferimenti istituzionali, offendendo i propri colleghi e le organizzazioni diverse dalle proprie, cercando di piegare la democrazia rappresentativa a proprio piacimento ed ai propri interessi personali. La nostra idea di Assemblea è DIVERSA!
 
Sosteniamo con vigore e convincimento la pacatezza della risposta del Circolo  Mario Mieli che ha risposto ad una lettera pervenuta da parte del Sindaco di Napoli al Movimento Nazionale e non alle Associazioni Nazionali spiegando cosa fosse successo a Roma durante l’assemblea di Movimento sollevando i Ken da una comunicazione che avrebbe voluto “giustificare una rottura locale” tale da poter sostenere candidature unilaterali di Napoli.
 
Inoltre l’assemblea romana per propria NATURA e COMPOSIZIONE rappresenta il PAESE Reale e non le organizzazioni nazionali e la quantità di firme lo dichiara, come dichiara altro in modo chiaro ed inequivocabile.
 
Nella missiva ricevuta e letta in assemblea firmata dal Sindaco di Napoli, infatti non apparivano candidature di enti territoriali e non si faceva menzione a candidature.
 
Oggi si millantano da parte del presidente di Arcigay candidature di cui chiederemo l’evidenza visto che il giorno 3 Ottobre in sede Comunale al Capo del Cerimoniale chiedemmo se tale missiva consegnataci pro minibus dal Capo del Cerimoniale fosse nata da una spontanea richiesta del Sindaco o se fosse stata una risposta ad un atto unilaterale di qualche associazione, di cui nessuno sapeva nulla neppure negli uffici della segreteria del Sindaco.
 
Sicchè, tali affermazioni di  Arcigay, risultano essere ingiuriose se false, ma se fossero vere, determinerebbero la scandalosa quanto impietosa fine del TAVOLO LGBTQ del Comune di Napoli “ finito in mano” di un raggruppamento associativo che, attuando un’azione di Lobby e sulla base della maggioranza numerica accreditata e discutibile, pretenderebbe il GOVERNO delle decisioni sulle strategie LGBT di Napoli annientando la minoranza e imponendo scelte anche all’Amministrazione Comunale ed al Sindaco, non solo su scelte locali ma anche su quelle NAZIONALI.
 
Noi di i Ken abbiamo difeso Napoli e la difenderemo ovunque i suoi interessi attraverso la partecipazione assembleari e rispettandone le scelte anche da minoranza.
 
Riteniamo di aver rappresentato pacatamente le medesime perplessità metodologiche sollevate da tutte le associazioni presenti ed  abbiamo dichiarato di non poter sostenere una indicazione seppure autorevole come quella del Sindaco di Napoli, previa una discussione all’interno del Tavolo Istituzionale.
Che possa piacere a Sannino o no, i Ken è costituita come Arcigay al Tavolo ed il loro peso e voto è uguale al nostro.
 
Il problema, evidentemente è locale ed è metodologico e democratico; il Tavolo con PEC del 10/7/13 per noi è già messo in discussione circa i comportamenti ambigui  e le garanzie democratiche sfuggite dalla governance di alcuni ex amministratori che, a nome e per conto del Sindaco,  non furono capaci né di garantire gli accordi presi ne di garantire lo spazio di agibilità politica al Sindaco per un proprio intervento pubblico come sempre garantito negli anni precedenti.
 
Inoltre, riteniamo politicamente scorretta, la visione di un rapporto politico tra associazioni che abbia come unico criterio di valutazione ed accreditamento istituzionale e politico la dimensione associativa.
 
Tale miope visione, riteniamo stia ossessionando l’azione di taluni rappresentati associativi, che ripetono  “ossessivamente le proprie dimensioni” in funzione di una comparazione quantitativa e non qualitativa dell’organizzazione associativa che essi stessi rappresentano e equiparando l’organizzazione ad un organo genitale maschile da sventolare in ogni dove.
 
A memoria e a rassicurazione futura, i Ken non teme il confronto qualitativo sul merito delle azioni intraprese, anzi lo auspica come fonte di crescita e di arricchimento sociale.
Noi siamo un’associazione che ha ricevuto recentemente, nell’ambito di una valutazione pubblica di un bando del Comune di Napoli sulle politiche giovanili, innovazione e creatività una valutazione tanto positiva da essere catalogati tra i prime 5 posizionamenti per punteggio curriculare.
 
I Ken ha servizi certificati UNAR e descritta nel libro bianco europeo ed è pubblicata in molti trattati scientifici ed è fondatore del gruppo nazionale LGBT dell’Ufficio UNAR, i Ken realizza progetti cui chiama altri soggetti messi in rete non è l’eterno patrocinatore.
 
Quindi riteniamo di poter affermare con autorevolezza che, a prescindere dai livori passionari dei nostri oppositori, che è stato ed è il nostro LAVORO ci accredita in CAMPANIA e fuori dalla nostra regione come principale interlocutore LGBT.
 
La nostra storia è ben nota a livello regionale, nazionale ed internazionale ed è ampiamente pubblicata da media e sul web.
 
Sulle metodologie di scelta del Pride e sulle comunicazioni del Movimento facciamo affidamento alle comunicazioni ufficiali deliberate in sede assembleare e riportate dal Circolo Mario Mieli a nome e per conto delle associazioni coordinate a Roma
 
Come già conferito alla segreteria del Comandante Auricchio, ritenevamo tale lettera un “pericolo” per questioni metodologiche e la storia, anche questa volta non ci ha smentiti.
 
 
L’Associazione i Ken ONLUS
Il Presidente Carlo Cremona

 

Pur essendo stati informati da differenti fonti sull’andamento dell’assemblea e sugli accadimenti, non stiamo pubblicando tutto questo governati dalla suicida tendenza di rendere i nostri numerosi lettori partecipi dell’ennesima catastrofica cronaca delle divisioni interne al movimento LGTB, pateticamente e disgraziatamente sotto gli occhi di tutti, da ormai molti anni.

Non stiamo nemmeno morendo dalla voglia di schierarci con l’uno o con l’altro, ferma restando la nostra antipatia – che mai abbiamo nascosto – per le iniziative più che discutibili di Arcigay e per il suo spirito rissoso – ripetiamo, che non si può volere la pace facendo la guerra – la cui tendenza “esclusiva”, è confermata da questo stralcio della lettera di Arcigay Napoli al Mieli: “certe modalità di “interazione” tra le nostre associazioni/gruppi rendono sempre meno credibile ed affidabile il nostro movimento lgbt agli occhi di una politica nazionale che spesso utilizza le nostre divisioni interne, per questo non scegliamo, questa volta, la via della denuncia pubblica dell’ingerenza del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma nelle vicende territoriali campane, ma sentiamo l’esigenza di dover segnalare una situazione incresciosa e di assai poco rispetto per Arcigay, per il territorio campano e per il movimento tutto” e certe altre proseguono in questo modo “riteniamo politicamente scorretta, la visione di un rapporto politico tra associazioni che abbia come unico criterio di valutazione ed accreditamento istituzionale e politico la dimensione associativa”

Crediamo che una “cronaca” il più possibile “aderente” alla realtà sia necessaria per parlare, e cominciare a parlare sul serio, anche sui mezzi d’informazione che si reputano LGTB, (noi ci occupiamo “anche” di questo e non “solo” di questo), della necessità di unità, dell’atteggiamento di una associazione nazionale egocentrica e poco disposta al dialogo, della sua inutilità pratica nel conseguimento di obbietivi che non sono mai stati raggiunti, non solo per causa dei politici, dell’isolamento in cui questa associazione, parliamo di Arcigay, si trova. Delle sue reazioni irritate a qualsiasi presunta “invasione” del “suo” territorio, come se di territori si trattasse e non della vita della gente.

Crediamo che la popolazione LGTBQI di questo paese meriti qualcosa in più di uno scannatoio annuale su modalità, luoghi, ragioni personali vere o presunte, scavalcamenti, ombelichi, presidenti egopatici o egolesi, e che abbia bisogno, che meriti di essere rappresentata sul serio.

Ci adopereremo quindi per rendere noto quali sono le associazioni che davvero vogliono mettere in campo un’azione politica coerente e vincente e quali altre invece scelgono il terreno della divisione per amore del proprio ombelico.

Poi starà ad altri giudicare, se già non l’hanno fatto, non a noi.

 

 

 

 

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