Lascerò da parte le frasi di circostanza come “mi vergogno” di essere italiano, non sono io a dovermi vergognare, ma certa gente che dopo essersi assicurata un posto pubblico per garantirsi il futuro ne diventa schiava e sfoga la sua immonda frustrazione sugli altri, facendone oggetto dei suoi pregiudizi, della sua imbecillità, del suo sentirsi “qualcuno” perché lo stipendio che riceve non dipende dalla sua produttività, né dalla sua educazione.
A Volterra una coppia di gay americani con figlio al seguito sono stati cacciati a male parole da un’addetta alla biglietteria di cui ignoriamo l’identità per la nostra e la vostra salute mentale, per avere chiesto un biglietto cumulativo famigliare che, per la povera troglodita, era riservato alle famiglie “normali composte da un uomo e una donnaaaaaaaaaaaaa….”.
L’inutile opinione della schiava del biglietto è stata gridata ai quattro venti, di fronte agli allibiti turisti, che avranno ottime ragioni per non tornare a Volterra, e presumibilmente il plauso di pochi tra gli astanti.
La famiglia americana ha commentato così l’accaduto:
Anche se capiamo che l’Italia è un paese tradizionalmente cattolico, e sappiamo che la nostra famiglia non è accettata in molti paesi del mondo, siam pur sempre nel 2013 e non eravamo preparati alla sberla che abbiamo ricevuto in questo museo (di Volterra). Dopo essere entrati abbiamo letto i prezzi del biglietto e, come facciamo d’abitudine a Chicago, essendo due uomini con un bambino, abbiamo chiesto un “Family pass”. La donna che stava dietro il banco si è infuriata e ci ha gridato che una famiglia è composta da un uomo e una donna e non a DUE uomini. Poi ha guardato da un’altra parte per troncare ogni possibile ulteriore comunicazione. Così che ce ne siamo andati, dispiaciuti ed irritati. Anche se rispettiamo le scelte del Museo rispetto ai prezzi e alle modalità d’ingresso al museo, pensiamo che la faccenda avrebbe potuto essere trattata diversamente. L’accaduto ha disturbato nostro figlio e ha calato un velo di tristezza sulla nostra vacanza a Volterra.
Il commento è stato postato su Trip Advisor, che -lo diciamo a beneficio della troglodita- è un sito che si occupa di far sapere ai potenziali clienti il tipo di servizi che si offrono su e giù per il mondo, e si riferisce ad alberghi, musei, istituzioni culturali, ristoranti… La reazione dell’addetta all’umile lavoro farà senz’altro buona pubblicità a Volterra oltreoceano.
Molti complimenti.
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