L’unica cosa certa in questo mondo di pazzi è che un Premio Nobel per la Pace alla guerra non dovrebbe proprio pensarci, anche se è comandante in capo della nazione più belligerante della storia che negli ultimi cinquant’anni ha lanciato bombe in giro per il mondo e scatenato conflitti locali per le più svariate ragioni, ma mai contro qualcuno o qualcosa, sempre per nobili ragioni come la stabilità della regione, fosse il pericolo comunista, fosse a fess’e mammase.
Lungi dal volerci sostituire al Presidente Obama alla guida di sì prestigiosa nazione, ci permettiamo di consigliargli sommessamente di restituire il Premio Nobel per la Pace nel caso decidesse a favore di un attacco bombaiolo mirato con limitati effetti collaterali (senza ricordargli il numero di vittime civili dei famigerati limitati effetti collaterali).
Lui, che è un uomo di pace, così si dice, ha senz’altro i mezzi intellettuali e politici per fare ciò che deve e sa che deve fare.
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