Il 30 luglio usciva un’altro dei nostri pezzi sulla Legge contro l’Omofobia frutto dell’interesse del giornalista Matteo Gamba, direttore del blog di Vanity Fair, Diario di Adamo, sulla sua testata, dove sottolineavamo una volta di più che la Legge è ancora lì, zitta e muta. In attesa. E’ come se non esistesse. Sottolineavamo anche che alcuni esponenti dei politicanti LGTB avevano scritto su Twitter la settimana scorsa che la Legge dopo lo slittamento dal 26 luglio a data da destinarsi, sarebbe stata discussa “la prossima settimana”.
C’è sempre una prossima settimana.
Gli omofobi no, non aspettano la prossima settimana, loro saltellano gratis e ridendo come matti da un pestaggio omofobo all’altro (chi scrive si è trovato di fronte l’altra sera un omuncolo che preda probabilmente della sua disperazione, lo ha salutato così “Ciao faccia da gay”, questo per sottolineare come la ricerca della provocazione pura e semplice sia ormai sport nazionale tra i falliti derelitti cerebrali che popolano questo paesucolo di provincia).
L’ultimo a Sassari, quattro ragazzotti ne pestano due -che ci vuole uguaglianza – uno se la cavicchia, l’altro è in ospedale con trauma cranico e facciale. Non ci sono notizie certe sulle dinamiche, si sa che l’attacco è stato deliberato e di matrice omofoba. Si sa anche che le telecamere potrebbero avere fermato le immagini dei quattro aggressori. Si sa che forse verranno arrestati.
Ciò che non si sa è quando la Legge contro l’Omofobia verrà approvata, non si sa in che modi, con quali cambiamenti, se sarà la stessa scandalosa legge approvata dal Pdl-PD o se si arriverà ad un ulteriore compromesso migliorativo.
Si sa che anche le persone LGTB in politica dovrebbero parlare meno e con più chiarezza.
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