Il sito No Pasdaran denuncia le intenzione dell’Iran: “Arricchiremo l’uranio fino al 100%”

di No Pasdaran

Qualche giorno fa l’agenzia di stampa iraniana Fars News – vicina ai Pasdaran – ha pubblicato un articolo in merito alla posizione del candidato Presidente Jalili sul programma nucleare che il regime sta portando avanti. L’articolo, nonostante la rilevanza, è purtroppo passato inosservato sulla quasi totalità della stampa occidentale.

Diciamo purtroppo, non soltanto perché rivela le reali intenzioni della leadership iraniana in merito all’arricchimento dell’uranio, ma anche perché si tratta di parole espresse da uno dei candidati favoriti alla Presidenza dell’Iran e, sopratutto, dal diplomatico incaricato dal regime di trattare con l’Occidente una soluzione negoziale alla crisi nucleare.

All’interno dell’articolo, parlando in merito al dibattito sul programma nucleare in Iran e sui livelli di arricchimento dell’uranio, il candidato presidente Saeed Jalili fa un parallelo tra le percentuali di arricchimento dell’Uf6 e le potenzialità di crescita delle nuove generazioni.

Jalili afferma testualmente: “è proibito sospendere le potenzialità della gioventù e questa potenzialità deve essere arricchita non al 5%, non al 20%, ma al 100%. Il titolo stesso dell’articolo, per la cronaca, non lascia dubbi al fatto che Jalili si riferisca al programma nucleare e alle nuove genezioni: “Noi eleveremo la percentuale di arricchimento al 100%“.

Continuando, inoltre, Jalili afferma testualmente che “è necessario deve andare avanti con il patto che ci porterà ad arrivare al 100% di arricchimento“.

E’ molto interessante, infine, notare che nel pezzo, per parlare di arricchimento, si usi il termine “ghanisazi”, una parola che in farsi viene usata unicamente per contesti che si riferiscono all’arricchimento dell’uranio.

Si tratta dell’ennesima prova della finalità reale del programma nucleare iraniano: quella di costruire la bomba atomica. Il silenzio dell’Occidente davanti ad affermazioni simili, purtroppo, è l’ennesima riprova dell’incapacità della diplomazia internazionale di comprendere che, solo attraverso una posizione forte e univoca contro il programma nucleare militare di Teheran, sarà possibile fermare i piani del regime iraniano e le drammatiche conseguenze che ne deriveranno.