Non ce ne vorranno gli amici della trasmissione radiofonica per questa “presa in prestito”, ma non ci veniva altra soluzione. Le dichiarazione del fondatore del M5S di martedì, dopo la debácle elettorale considerata da De Vito come un “calo un po’ vistoso” (nessun candidato al ballottaggio, dopo avere trionfato tre mesi fa), hanno fatto ruggire il Coniglio.
Che ha ruggito contro gli elettori, esattamente come fece Berlusconi ormai secoli fa, quegli elettori che non hanno capito, che hanno scelto di rovinarsi, che però non sono tutti, sono solo “quelli che sbagliano” – che magnanimità! – cioè quelli che non lo votano.
Ora le ragioni per cui il voto al M5S è evidentemente un voto che potrebbe servire a molto e non serve a nulla le abbiamo ampiamente descritte ieri in un altro articolo intitolato “Il Seppuku del M5S”, rimaniamo tuttavia stupiti da chi, colpito da Coniglite quando è stato il momento di prendersi responsabilità serie, perché i “puri” non si sporcano le mani, di Coniglite ferisce quando gli elettori che lo stesso Coniglio ha contribuito a risvegliare, gli girano le spalle.
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