La follia omofoba che ha preso piede in Uganda, fomentata da certi evangelisti statunitensi recentemente finiti alla sbarra, si è presentata drammaticamente nella vita di una giovane 27enne ugandese, lesbica, che ha visto uccidere due suoi famigliari dai vicini per il fatto di avere una figlia lesbica.
La gravità della situazione ha convinto le autorità sudcoreane a concedere asilo alla giovane, le cui generalità sono tenute segrete.
E’ la prima volta nella storia del paese che una persona omosessuale ottiene lo stato di rifugiato, status che in un primo tempo le era stato rifiutato. In un secondo tempo l’Alta Corte di Seoul ha dichiarato che la ragazza non può essere rimpatriata perché la sua vita, una volta tornata in Uganda, sarebbe seriamente in pericolo.
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