Dopo l’attentato a Palazzo Chigi, due carabinieri feriti e una donna incinta, più l’attentatore, già finito in galera, abbiamo assistito su Twitter a uno sciame di interventi francamente non solo discutibili, ma anche beceri, intolleranti, stupidi, superficiali, vuoti e, sì, pericolosi.
A cominciare da un nostro tweet che parlava di due morti, ma era la prima informazione che ci era arrivata via sms, ed era difficilmente verificabile, 3 minuti dopo (vedere cronologia) eravamo come si dice, sul pezzo.
Abbiamo letto di tutto, dai fanatici followers di un giornale on-line (che abbiamo prontamente tolto dalle nostre liste) piuttosto conosciuto il cui sport preferito era fare sarcasmo inutile sul sangue altrui, ad un altro sito internet che straparlava di “PD che semina vento e raccoglie tempesta” basandosi sulla personale interpretazione della legge di causa-effetto buddista di uno dei suoi collaboratori, che anche quando si parla di principi religiosi si dovrebbe sapere di cosa si parla, non per fanatismo, ma per rispetto, ad altri interventi più che discutibili che sembravano inneggiare al disordine e al “se la sono cercata”.
Davvero gli Italiani credono di vivere nella Romania di Ceausescu, o nella Tunisia di Ben Ali. Spiace essere duri: ma avrebbero dovuto starci alcuni anni. Chi scrive lo ha fatto. E può assicurarvi che l’Italia è al confronto un paradiso, con limiti e difetti, ma un paradiso. In l’Italia più ha un valore aggiunto: i suoi abitanti. Che quando non perdono tempo inutile nello scrivere incongruenze sui social network per sentirsi politico, artista, allenatore, scopatore, paladino dei diritti umani, coprofago, o amante degli animali (non in senso sessuale), insomma per sentirsi tutto ciò che non hanno potuto o voluto essere, hanno capacità di generosità, resistenza e intelligenza che pochi altri paesi possono vantare.
Disgraziatamente sono così impegnati in idiozie da perdere il senso del reale.
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