La vostra testata preferita, anche se ancora non sapete che lo sia, sbarcherà alla 28ª edizione del TGLFF e con il suo inviato Massimo Capo vi terrà aggiornati sulle proiezioni con critiche, punti di vista, colori e odori.
Il TGLFF “Da Sodoma a Hollywood” è il più importante festival di cinema a tematica omosessuale del mondo, il più prestigioso, il più antico e si terrà a Torino dal 19 al 25 aprile 2013.
Di seguito le informazioni sulla manifestazione, direttamente dalla conferenza stampa dello scorso 11 aprile.
La 28a edizione del Torino GLBT Film Festival – “Da Sodoma a Hollywood”, diretto da Giovanni Minerba, si svolgerà dal 19 al 25 aprile 2013 presso la Multisala Cinema Massimo. Madrina della serata di apertura è Giuliana De Sio.
Ospite musicale il cantautore Roberto Casalino che ha scritto brani per molti cantanti italiani, tra cui Marco Mengoni, vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo con “L’essenziale”. Un ospite musicale anche per la serata di chiusura, sarà infatti Renzo Rubino, vincitore del “Premio Mia Martini” per Sanremo Giovani.
Come già avvenuto nelle passate edizioni, l’immagine del Festival è firmata da un grande artista, quest’anno si tratta di Ralf König, fumettista e scrittore tedesco, uno dei più celebri autori di fumetti a tematica gay al mondo.
PREMIO “DORIAN GRAY” ALLA CARRIERA: INGRID CAVEN
Il Premio “Dorian Gray” alla Carriera 2013 sarà consegnato domenica 21 aprile alle ore 20.00 a Ingrid Caven. Donna di straordinaria personalità, eclettica e affascinante, attrice feticcio di Rainer Werner Fassbinder (fu sua moglie) Ingrid Caven ha esordito al cinema negli anni ’60. Nel 1969 ha cominciato a lavorare con Fassbinder, ricordiamo molti film tra cui Il soldato americano (1970), Il diritto del più forte (1973), Il viaggio in cielo di mamma Kusters (1975), Despair (1978) e soprattutto, nello stesso anno, Un anno con tredici lune nel
quale il ruolo della prostituta Zora è tra le sue indimenticabili interpretazioni. Nel 1978 intraprende la carriera di cantante, senza però lasciare il cinema. Tra i suoi ultimi film 5 Rhum (35 shot of rum) di Claire Denis del 2009 e Mondo Lux di Elfi Mikesch del 2011 documentario su Werner Schroeter, mentre del 2012 è Ingrid Caven, musique et voix, film concerto di Betrand Bonello presentato allo scorso Festival di Locarno, una ripresa filmata del concerto tenuto nel 2006 dalla Caven alla Cité de la Musique di Parigi. Ingrid Caven, musique et voix di Bertrand Bonello sarà presentato fuori programma al Festival
domenica 21 aprile alle ore 10.00.
FILM DI APERTURA
Sarà Any Day Now di Travis Fine, tratto da una storia vera. L’opera vede eccezionale protagonista Alan Cumming (The Good Wife) nel ruolo di Rudy, una drag queen di Los Angeles che, insieme al suo partner Paul, vice procuratore distrettuale, cerca di ottenere la custodia di un quattordicenne ragazzo down. Non è così semplice: siamo nel 1979 quando matrimoni e adozioni erano di là da venire.
FILM DI CHIUSURA
Geography Club di Gary Entin è una commedia brillante, sulle orme di Glee, che esplora il mondo degli adolescenti di oggi, dalla conquista di sé al coming out, dal bullismo all’omofobia. In programma circa 120 film in rappresentanza di 34 nazioni. Spiccano gli Stati Uniti con 36 opere. Poi, Israele 6 titoli, Canada 5 e Australia 4, dall’America Latina ne arrivano 20. Tra gli europei: 14 dalla Spagna e 11 dalla Francia, poi Germania, Danimarca, Belgio, Olanda,
Inghilterra, Polonia e Croazia. Importante segnalare i film provenienti da Iran, Libano, Marocco, Pakistan e Taiwan. Come ogni anno il comitato di selezione – composto da Fabio Bo, Angelo Acerbi, Christos Acrivulis, Alessandro Golinelli, Silvia Novelli e dai consulenti Flavio Armone, Nancy K. Fishman, Pierre
Hombrebueno, Simone Morandi, e guidato da Giovanni Minerba – conferma la volontà di indagare e proporre al pubblico film di grande attualità che altrimenti rimarrebbero “invisibili”.
I CONCORSI
Tre le sezioni competitive sottoposte al giudizio di tre giurie internazionali.
Nel Concorso Lungometraggi vi saranno 11 film in lizza per il “Premio Ottavio Mai”. Tra essi, W imię… (In the Name of) di Malgoska Szumowska, film “scandalo” presentato all’ultima Berlinale, su un parroco di un villaggio polacco che gestisce un centro per giovani problematici. L’incontro con Łucasz, ragazzo introverso ed emarginato, scatena in lui turbamenti creduti sopiti. L’anteprima internazionale è l’australiano Monster Pies di Lee Galea, una sorta di Romeo e Giulietta in versione gay. C’è poi un ritratto indiscreto, una meditazione poetica, un biopic sensuale ed enigmatico di James Dean prima che diventasse James Dean con Joshua Tree, 1951: A Portrait of James Dean di Matthew Mishory. White Frog di Quentin Lee, invece, racconta la storia di due fratelli, Nick, adolescente affetto dalla sindrome di Asperger, e Chaz, suo fratello maggiore. Quando, per un tragico incidente, Chaz muore, Nick rimane solo e scoprirà aspetti sconosciuti del fratello, come la sua omosessualità. Nel cast Joan Chen, interprete de L’ultimo imperatore. Il film è presentato in collaborazione con CinemAutismo e l’Associazione Museo Nazionale del
Cinema. Alata (Out In The Dark) di Michael Mayer segue la passione tra lo studente palestinese Nimr, che studia a Tel Aviv e il giovane avvocato israeliano Roy. Nel Concorso Documentari ci saranno 6 titoli, tra i quali: Paul Bowles: The Cage Door is Always Open di Daniel Young, toccante lavoro su Paul Bowles, padre della “beat generation”, e Codebreaker di Clare
Beavan e Nic Stacey, ritratto di Alan Turing, considerato il pioniere dell’intelligenza artificiale e dell’informatica. In pochi sanno che era gay.
Per il Concorso Cortometraggi, dei 20 titoli segnaliamo il francese La maison vide di Mathieu Hippeau, o il danese Happy Birthday di Lasse Nielsen, che affronta, dal punto di vista del più giovane, una storia d’amore impossibile per differenza di età. Ai premi delle Giurie si aggiunge il Premio del Pubblico per le tre sezioni Concorso.
QUEER AWARD
Per il secondo anno consecutivo il Festival presenta il Queer Award, premio assegnato da una giuria composta da studenti del DAMS di Torino al film che, per linguaggio e sensibilità, abbia colto con efficacia le realtà dei giovani.
I film che competono al premio fanno parte di diverse sezioni e sono:
White Frog di Quentin Lee (Stati Uniti), Joshua Tree, 1951: A Portrait of James Dean di Matthew Mishory (Stati Uniti), Pojktanten di Ester Martin Bergsmark (Svezia/Danimarca), Joven & Alocada di Marialy Rivas (Cile), I Want Your Love di Travis Mathews (Stati Uniti), Todo mundo tiene a alguien menos yo di Raul Fuentes (Messico), Mon arbre di Bérénice André (Francia), Jack and Diane di Bradley Rust Gray (Stati Uniti), Monster Pies di Lee Galea (Australia)
EVENTO SPECIALE: “INTERIOR. LEATHER BAR”
Interior.Leather Bar di James Franco e Travis Mathews parte dai dieci minuti di sceneggiatura non girati di Cruising, per ridiscutere del significato di mostrare e narrare nel cinema l’omosessualità. L’evento è realizzato in collaborazione con Mix Milano – Festival di Cinema Gay Lesbico e Queer Culture.
CINEMASCAPE
Tra i titoli, oltre al film di apertura e chiusura, grazie alle Teche Rai, il Festival ricorda Edith Piaf e Jean Cocteau nel cinquantesimo anniversario della scomparsa. Tre monologhi che Cocteau scrisse per l’amica
Piaf, qui interpretati per la televisione da tre Divine del panorama teatrale italiano: Adriana Asti ne Il fantasma di Marsiglia, Piera Degli Esposti ne Il bell’indifferente e Anna Proclemer ne La voce umana. Poi la
ripresa televisiva RAI dello spettacolo teatrale messo in scena negli anni ’80 dall’amica Raffaella De Vita Edith Piaf – una voce, una donna, una vita
I FOCUS
CHILOMETRO ZERO a cura di Giovanni Minerba.
È il Focus che quest’anno il festival dedica ai film italiani. Saranno presentati autori i quali, con pochi mezzi e molta passione, si cimentano nella battaglia della creatività e della diffusione della realtà GLBT. In programma due serie web torinesi, quella in anteprima del collettivo “Le BADhOLE”, Re(l)azioni a catena a firma di Silvia Novelli, e un sunto delle ultime puntate di “G&T” di Francesco D’Alessio. Poi, fra gli altri, i documentari Nessuno è perfetto di Fabiomassimo Lozzi, Le lesbiche non esistono di Laura Landi e Giovanna Selis e il docu-fiction Il rosa nudo di Giovanni Coda. C’è anche una forte presenza musicale con i videoclip di Paolo Ferrarini (musicista indipendente), che propone un’acuta commistione tra visione, messaggio ed emozione.
MEZZALUNA ROSA a cura di Alessandro Golinelli.
La sezione prova a mettere a fuoco i timidi ma coraggiosi tentativi di uscire allo scoperto della comunità GLBT nei Paesi del Medio Oriente. Tra i film Mixed Kebab di Guy Lee Thys, girato tra gli immigrati arabi in Belgio. Poi si va a Beirut, dove almeno nella zona cristiana vige una certa tolleranza, eredità non del tuttocancellata del passato cosmopolita della città, il film Out Loud di Samer Daboul (e il relativo making of), prima pellicola dichiaratamente gay di quel paese e per questo fortemente osteggiata; quindi Facing mirrors
di Negar Azarbayjani, dall’Iran, che racconta la valorosa fuga dall’oppressione sessista di una ragazza che vorrebbe diventare un ragazzo.
WE ARE FAMILY a cura di Giovanni Minerba.
Le famiglie omogenitoriali forse hanno già vinto per il semplice fatto che ci sono già. We Are Family prende spunto dalla celebre hit delle Sister Sledge del 1979, “Noi siamo (già) una famiglia”. In Italia invece siamo ancora costretti a urlare Vorrei ma non posso: (il film) e lo racconta Enzo Facente con
il suo documentario, nato dall’omonima campagna promossa dall’Associazione Quore che, al Pride torinese dello scorso giugno, ha celebrato matrimoni simbolici e ha dato il via alla petizione-implorazione al Presidente Napolitano.
We Are Family è un modo per provare a raccontare le nuove famiglie senza retorica e formalismi. Come fa la spagnola Adaia Teruel nel suo documentario Right2love. La regista ha compiuto un viaggio in sette stati europei per incontrare altrettante coppie gay e lesbiche, che nel film raccontano l’essere genitori e le differenti giurisdizioni con le quali hanno dovuto confrontarsi.
JUANMA CARRILLO
Omaggio a Juanma Carrillo, giovane videoartista spagnolo che fa parte della Giuria Cortometraggi. Si tratta di uno degli autori più interessanti delle nuove generazioni. Spaziando tra cinema di avanguardia e video arte, i suoi cortometraggi partecipano a festival internazionali e sono stati proiettati in centri culturali come la Filmoteca de Andalucía in Spagna, il Queens Museum di New York, il Barbican Center di Londra o La Casa Encendida di Madrid. Ora sta lavorando al suo primo lungometraggio, Islandia del quale presenterà al
Festival le prime scene girate.
OPEN EYES
LESBIAN STORIES, SHOULD I STAY OR SHOULD I GO? a cura di Silvia Novelli.
Should I stay or should I go? Così cantavano i Clash all’inizio degli anni Ottanta. Rimanere o andare via? Magari fuggire. Questi sono i dubbi che accomunano le donne protagoniste della sezione Lesbian Stories. Fra tutte quella di Cloudburst di Thom Fitzgerald, con due attrici da oscar, Olympia Dukakis e Brenda Fricker, una vera e propria fuga. La necessità di sottrarsi all’ingiustizia di essere separate in tarda età, senza avere alcun diritto circa il reciproco destino, un esilarante road movie lungo le strade che conducono al Canada dove potersi finalmente sposare.
PINK PIXEL, ANIMAZIONE NELL’ERA DIGITALE a cura di Massimo Fenati.
La sezione propone uno sguardo sul panorama internazionale di artisti dell’animazione e su come affrontano le tematiche GLBT. La varietà dei lavori proposti è un inno celebrativo della diversità. Due slot, a partire dall’ultimo lavoro di Fenati: Gus&Waldo’s Love In.
EVENTO SPECIALE: BULLISMO, AL CENTRO DEL BERSAGLIO
Dalla scorsa edizione il Torino GLBT Film Festival ha deciso di partecipare simbolicamente alla Giornata del silenzio, in programma il 20 aprile, con l’Evento Speciale Bullismo, al centro del bersaglio. Da
diciassette anni, la Giornata del silenzio è appuntamento fisso nelle scuole medie e superiori degli Stati Uniti d’America ed è dedicata alla sensibilizzazione sul tema del bullismo omofobico. La serata del 20 aprile affronterà la difficile problematica del crescente numero di adolescenti discriminati per aver dichiarato la propria omosessualità.
VINTAGE a cura di Angelo Acerbi e Alessandro Golinelli.
La sezione Vintage comprende film di culto del panorama cinematografico GLBT e che quest’anno celebrano ricorrenze importanti. In collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale: per gli ottant’anni di Liliana Cavani e i settanta di Barbara Alberti, Il portiere di notte (1974), un melò controverso, disturbante e decadente, in cui un’indimenticabile Charlotte Rampling canta Marlene Dietrich per i suoi aguzzini (s)vestita da SS. Il restaurato Fellini Satyricon e, sempre dall’Italia, La patata bollente (1979), richiestissimo dal pubblico del Festival.
A vent’anni dalla morte, il Festival ricorda River Phoenix con Belli e dannati (1991) di Gus Van Sant. La dichiarazione di Phoenix a Keanu Reeves è forse uno dei “momenti perfetti” dell’immaginario gay cinematografico. Ancora un omaggio è tributato a Gore Vidal, morto lo scorso luglio, con mprovvisamente
l’estate scorsa (1959) di Joseph L. Mankiewicz, di cui Vidal scrisse la sceneggiatura ispirandosi all’atto unico di Tennessee Williams (di cui ricorre il trentennale della morte).
A QUALCUNO PIACE…LIBRO
Torna la sezione dedicata alla letteratura a tematica GLBT, curata da Gerry Ferrara, che propone incontri, presentazioni, reading presso la libreria Feltrinelli di piazza CLN di Torino. Quest’anno, fresco di stampa,
sarà presentato, Negli occhi il CINEMA, nelle mani l’AMORE. Storia di Ottavio Mai, una graphic novel per farlo conoscere e ricordare, nel ventennale della scomparsa. Un’opera nata grazie all’entusiasmante coinvolgimento di giovani che non conoscevano Ottavio. Mattia Surroz che ha disegnato, Elsi Perino che ha sceneggiato, Ivan Cotroneo e Alessandro Golinelli per il loro contributo. È la scommessa della casa editrice Espress Edizioni. Il volume sarà presentato sabato 20 aprile dagli autori Elsi Perino, Mattia Surroz e Giovanni Minerba con gli scrittori Ivan Cotroneo e Angelo Pezzana. Non mancheranno titoli di importanti autori della letteratura GLBT come Fisica quantistica della vita quotidiana di Piergiorgio Paterlini, Crisco Disco? di Luca Locati Lucan, Il ragazzo a quattro zampe di Simone Bizantino, Cinquecento milioni di
stelle di Mabel Morri.
Il Torino GLBT Film Festival – “Da Sodoma a Hollywood” nasce nel 1986 ed è diretto da Giovanni Minerba.
Dal 2005 è amministrato dal Museo Nazionale del Cinema con il sostegno degli Assessorati alla Cultura della Provincia e della Città di Torino, e con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della
Fondazione CRT.
Biglietto giornaliero: € 7,00 / Ridotto: € 6,00
Il biglietto giornaliero è valido per le proiezioni fino alle ore 19:30
Proiezioni serali: € 7,00 / Ridotto: € 6,00
Per le proiezioni dalle 19:30 in poi sono necessari biglietti distinti
Abbonamenti per tutta la manifestazione
Intero: € 80,00 Ridotto: € 60,00
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