di Fabio Galli twitter@fabiogalli61
De Santis ha fondato la prima comunità italiana di videogiocatori lgbt Geekqueer.com. Sceneggiatore e scrittore (sua è la graphic novel In Italia sono tutti maschi) è anche blogger. Kratos è il mio uomo segreto. Già da qualche anno, un impenitente cattivo e maledetto: è il protagonista di God of War… e via, e via, basta l’ho scritto e non potevo tenerlo solo per me.
Videogaymes è il primo saggio che si propone di fare non solo un censimento dei personaggi lgbt, ma di aprire un dibattito vero e proprio sull’evoluzione di determinate figure e ruoli esaminando le rappresentazioni della cultura omosessuale, bisessuale e transessuale nei videogames. Un’evoluzione che trova spiegazione anche nelle dinamiche stesse del gioco tra picchiaduro, avventure e sparatutto, invitando il lettore a guardare il divertimento elettronico, senza pregiudizi e ipocrisie.
È come se lo schermo del computer rappresentasse uno specchio riflettente e deformante della società contemporanea, il gioco di ruolo si trasforma nel gioco dei ruoli e delle identità sessuali. Un’impersonificazione quasi totale e al giocatore deve essere data la libertà di rappresentarsi. E anche quando la linea “romantica” sembra marginale rispetto agli sviluppi della trama, questa ha un impatto assai più grande nella capacità del giocatore di sentire quel personaggio come suo.
La presenza o assenza di elementi queer nei videogiochi pare abbia seguito, e talvolta anticipato, profonde trasformazioni sociali a partire dal videogame a sfondo erotico super razzista Mad Party Fucker (anno 1985), il cui fine era “scopare con più donne possibili senza farsi sodomizzare dai froci e contrarre l’AIDS”, trattando così il tema dell’omosessualità, riciclando stereotipi ben consolidati nell’immaginario degli Anni ’80: cioè che il frocio fosse l’untore.
Giochi recenti o best seller (The Sims, Fallout, Mass Effect o Elder Scroll) permettono di costruire un protagonista dichiaratamente omosessuale e di intrattenere relazioni con personaggi dello stesso sesso. Nei videogiochi il pregiudizio sociale nei confronti degli omosessuali emerge, soprattutto tra gli Anni ’80 e ’90, ma solo alla fine degli Anni ’90 i videogame arrivano ad anticipare la realtà e a permettere i matrimoni omosessuali prima ancora che questi siano legali in molti paesi, come nel caso di The Sims 3.
Insomma, gente, mai dare per scontato che l’eterosessualità sia la normalità nei videogame. Vestiti o fattezze che richiamano la cultura omosessuale non vengono colti soltanto perché manca l’abitudine a leggere questo tipo di messaggio ma la sensazione che un gay le possa percepire è chiarissima.
Quindi buona lettura, gente, buon lettura, e cercatevi anche voi il vostro uomo.
Videogaymes. Omosessualità nei videogiochi tra rappresentazione e simulazione (1975–2009), prefazione di Matteo Bittanti, Unicopli 2012
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