Ufficialmente il grandissimo poeta cileno fu ucciso da un cancro alla prostata di cui soffriva da tempo, ma buona parte dell’opinione pubblica e delle autorità del paese non hanno mai creduto alla versione ufficiale fornita dal generale Pinochet, sanguinario dittatore che fece piazza pulita di oppositori, uomini di cultura e gente comune, e che fu ripudiato da tutto il mondo civilizzato (salvo essere ricevuto da Wojtyla in Vaticano, per via della grande compassione della Teocrazia di Roma).
A conferma dei sospetti sulla morte di Neruda, premio Nobel per la letteratura nel 1971, uno dei più grandi poeti del secolo scorso, arrivò nel 2011 la testimonianza del suo autista che dichiarò che il poeta fu ucciso dagli uomini di Pinochet.
E’ sulla base di questa testimonianza-accusa che il giudice di Santiago del Cile Mario Carrozza, che indaga sulla morte di Pablo Neruda, ha autorizzato la riesumazione della salma del poeta e diplomatico cileno, per accertare le cause della sua morte, dopo oltre 40 anni. La riesumazione è programmata per il prossimo mese di marzo.
Pablo Neruda morí il 23 settembre del 1973, dodici giorni dopo il colpo di stato militare che costò la vita Salvador Allende e che trasformò il Cile in un incubo, nella sanguinaria dittatura che tutti conosciamo.
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