Le dimissioni di Ratzinger dal ministero papale sono un fatto talmente enorme dal punto di vista cattolico e storico da lasciare senza fiato. Comunque la si pensi, la chiesa cattolica è scossa da un terremoto di tale intensità che è difficile prevederne gli sviluppi. Il papa più conservatore degli ultimi cinquant’anni si dimette ufficialmente per motivi di salute, ma non rinuncia nel suo annuncio a dire: (…) “Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti, e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”. (…).
L’ammissione di una doppia sconfitta è lampante: non sono adeguato ai tempi, non sono riuscito a governare la chiesa. Il suo gesto comunque è così spiazzante e moderno da lasciare attoniti tutti, dai cattolici agli atei. Niente sarà più come prima, la chiesa che con tutto il suo fardello di Stato Vaticano medioevale, nonostante che nel Concilio Vaticano II avesse indicato che bisognava cambiare, si trova ora davanti a tutte le sue enormi contraddizioni.
Non attendiamoci repentini mutamenti, sarà forte la tentazione per la gerarchia di chiudersi ancora di più, ma è evidente a tutti che una fase della storia della chiesa si è chiusa, e ironia della sorte un tremendo reazionario, ha inferto un colpo durissimo alla Tradizione.