26.9 C
Milano
25.9 C
Roma
Pubblicità
Roma
cielo sereno
25.9 ° C
26.7 °
22.8 °
56 %
0.5kmh
0 %
Lun
34 °
Mar
36 °
Mer
36 °
Gio
37 °
Ven
34 °

POLITICA

Pubblicità

ALTRA POLITICA

Pubblicità

ESTERI

Pubblicità
HomeNotizieAfrica, Nord Africa & Medio OrienteLa protezione delle minoranze dev'essere una priorità nella fase di transizione della...

La protezione delle minoranze dev’essere una priorità nella fase di transizione della Siria

Pubblicità
GAIAITALIA.COM NOTIZIE anche su TELEGRAMIscrivetevi al nostro Canale Telegram
GAIAITALIA.COM NOTIZIE su WHATSAPPIscrivetevi al nostro Canale WHATSAPP

SiriaAleppo00di Amnesty

Si è chiusa il 10 gennaio la conferenza internazionale che, nella contea britannica del Sussex, ha riunito intorno a un tavolo esperti e leader dell’opposizione siriana, convocati dal governo di Londra per pianificare la transizione in vista del possibile collasso del governo del presidente Bashar al-Assad.

La conferenza del Sussex si è svolta in un contesto nel quale le speranze di una composizione pacifica del conflitto si affievoliscono sempre di più: l’opposizione armata guadagna terreno, sebbene le città e i villaggi che conquista siano sottoposti a duri bombardamenti da parte delle forze governative.

A chi era riunito intorno al tavolo, Amnesty International ha inviato un messaggio chiaro: mettere i diritti umani al centro di ogni piano relativo al futuro del paese, con un’attenzione particolare per le minoranze.

Alawiti, drusi, sciiti e cristiani sono i bersagli di una crescente violenza settaria ad opera dei gruppi armati di opposizione.

Se e quando il conflitto interno siriano cesserà, chiunque sarà al potere dovrà assicurare che non sarà ereditata la repressione del passato. Dovrà assumersi il compito e la responsabilità di ricostruire un paese in cui, secondo le Nazioni Unite, sono morte almeno 60.000 persone, per la maggior parte civili.

Sempre secondo le Nazioni Unite, i profughi interni sono oltre due milioni e 600.000 sono i rifugiati che hanno cercato riparo soprattutto nei paesi confinanti con la Siria.

Prima ancora di pensare alla transizione e al dopo-Assad, la comunità internazionale dovrebbe farsi carico ora della crisi umanitaria in corso nel paese, dove occorrono urgentemente alloggi, cibo, acqua, servizi igienico-sanitari e cure mediche.

Le Nazioni Unite e altre agenzie internazionali stanno sollecitando contributi finanziari per aiutare i profughi interni e i rifugiati.

Ai governi dei paesi che ospitano i 600.000 rifugiati, Amnesty International ha chiesto di astenersi da qualsiasi rimpatrio forzato fino a quando la sicurezza e la situazione dei diritti umani non consentiranno di immaginare un ritorno sicuro e in condizioni di dignità e sostenibilità. Gli altri governi dovrebbero essere solidali e condividere le responsabilità con quelli più impegnati nell’accoglienza dei rifugiati.

Ai partecipanti alla conferenza del Sussex, Amnesty International ha anche chiesto un impegno per contrastare la discriminazione e la violenza, soprattutto nei confronti delle donne. Negli ultimi anni, troppo spesso i diritti delle donne sono finiti in coda all’agenda dei governi transitori.

Spezzare il ciclo di oltre 40 anni di violazioni dei diritti umani richiederà coraggio, volontà politica e azioni concrete. Ma è quello che dopo decenni di repressione e mesi di conflitto devastante, i siriani vogliono e meritano.

Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)

Torino
poche nuvole
20.6 ° C
21.6 °
19.6 °
78 %
3.5kmh
20 %
Lun
28 °
Mar
27 °
Mer
27 °
Gio
28 °
Ven
26 °
Pubblicità

LEGGI ANCHE