di Paolo M. Minciotti
Lei è una Signora, ché ce ne sono di tutti i tipi, che millanta, secondo il coordinatore regionali di FLI Veneto, un ruolo nel partito per giustificare i suoi lanci omofobi o anti-gay che dir si voglia. Sono quegli sciagurati di Giornalettismo.com che fanno scoppiare la bomba, riprendendo un post da Facebook.
Secondo la Signora, la chiameremo Signora, che qualcuno dovrà pur farlo, dato che la dichiarazione che segue parla da sola, l’omosessualità è una malattia (e gli eterosessuali sono “eterogenei”, rock’n’roll!).
“Quale medico e donna ambiziosissima e in carriera pur protesa al futuro, ritengo disgustoso un matrimonio tra due persone dello stesso sesso così come qualsiasi forma di esibizionismo tenendo anche conto che, l’ omosessualità è una malattia non certo un fatto da ostentare in pubblico”.
Dichiararsi su un socialnetwork “donna ambiziosissima” non è una forma di esibizionismo?
A rimettere politicamente le cose in chiaro ci pensa il coordinatore regionale del Veneto di FLI, il partito di Gianfranco Fini, tanto per intenderci, che chiarisce.
FLI VENETO: AFFERMAZIONI DI MARIANGELA IELASI SONO DA CONSIDERARSI A TITOLO PERSONALE “Riguardo le affermazioni apparse oggi su social network da parte della signora Mariangela Ielasi, si precisa che le stesse sono da considerarsi a titolo personale della signora”. Lo dichiara in una nota il coordinatore regionale Fli del Veneto, Giorgio Conte. “Non ho inteso dare alcuna smentita fino a questo momento ad un ‘post’ su facebook della signora Mariangela Ielasi per non dare alcuna importanza ad una nota che proviene da chi millanta ruoli ed incarichi in Futuro e Libertà, mi sono semplicemente limitato a commentare il succitato post smentendo l’esistenza di un circolo di Futuro e Libertà a Garda, in provincia di Verona, come lo stesso millantato ruolo di referente della sanità di Verona della signora, già egregiamente ricoperto dal dott. Francesco Campanile a livello regionale”, aggiunge. “Se dovessimo intervenire ufficialmente su ogni commento che appare sui social network da parte di chi ritiene o ambisce di svolgere ruoli nel nostro partito, che mi onoro di dirigere e rappresentare in Veneto, non avremmo tempo di occuparci di molte altre questioni ben più serie che caratterizzano la vita politica dello stesso partito e del paese”.
La Signora non è l’unica a cercare visibilità politica sulle pelle di gay e lesbiche, c’hanno provato in tanti (Giovanardi docet) e ad alcuni è anche riuscito, ma le fortune costruite sul fango durano poco (Giovanardi docet).
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