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HomeCopertinaIvan Scalfarotto, alcune considerazioni sul perché dire "sí" a Renzi

Ivan Scalfarotto, alcune considerazioni sul perché dire “sí” a Renzi

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Dopo la settimana delle primarie, in attesa del ballottaggio di domenica, dopo il faccia a faccia su Rai Uno dove tutti – quelli che se ne intendono – dicono abbia vinto Renzi ai punti, facciamo il punto (sì è una ridondanza, ma ci piace molto) sulle primarie del PD con il vicepresidente del partito Ivan Scalfarotto, renziano, che gentilmente ha accettato di rispondere ad alcune domande sul ballotaggio di domenica e sul perché si è schierato con Matteo Renzi.

 

L’intervista:

 

Abbiamo l’impressione che dopo il primo turno Matteo Renzi faccia davvero paura, se consideriamo le reazioni di Rosy Bindi e dell’area Bersani, per i quali è solo un “Pierino”…

“Paura” e “Pierino” sono termini sbagliati che indicano bene dove stia il problema. Matteo è un’opzione realistica di sinistra liberale per un PD che torna alle sue origini di partito aperto e non ideologico. E rappresenta la possibilità di un cambiamento rispetto a un gruppo dirigente che ha governato partito e paese con risultati alterni. In un paese a democrazia matura una sfida come quella di Matteo sarebbe normale amministrazione, un fisiologico avvicendamento. In Italia, invece, si parla di sentimenti forti come la paura e si considera un uomo di 37 anni, sindaco di una grande città, come un giamburrasca. Se vince Matteo, faremo un salto verso una democrazia matura.

Dopo il 44% del primo turno c’è davvero spazio per un ulteriore crescita di Bersani? E Vendola non sta giocando allo sfascia-PD?

Bersani può crescere, può crescere Renzi: vedremo. Quanto a Vendola prova a f ar pesare i suoi voti con un atteggiamento da ago della bilancia: una strategia legittima ma che può trasformarsi in una trappola per Bersani se vorrà rincorrerlo schiacciandosi a sinistra.

Matteo Renzi è affidabile sui temi dei diritti LGTB? Chi non è con lui ricorda sue vecchie posizioni filo-Bindi…

Lo è doppiamente. Perché non ha un approccio ideologico, essendo lui un cattolico, e dunque le sue soluzioni non sono basate su convinzioni fideistiche ma pensate e volute razionalmente. E del resto, cosa ci è rimasto di tutti i governi pieni di progressisti-a-parole che poi si sono sempre guardati bene dallo sfidare gli strali vaticani? Viviamo nello Stato più clericale d’Europa; non abbiamo visto, coi governi di centrosinistra, né una legge sui figli naturali (arrivata solo oggi grazie a un governo tecnico) né una legge sul divorzio breve. Non abbiamo visto una legge per le coppie né una legge sull’omofobia. Non si è vista una legge sulla cittadinanza. Ora Bersani promette tutto questo, ma perché dovremmo credere oggi a un gruppo dirigente che ha sempre considerato i diritti civili niente più che un optional?

Immagini che siamo degli indecisi (non lo siamo) e che non sappiamo per chi votare… Perché dovremmo votare domenica per Matteo Renzi?

Perché Renzi è un uomo coraggioso e indipendente, che capisce la nostra società perché è un figlio di questo tempo. Perché, da cattolico, prevede lui solo una legge che consenta l’adozione al genitore non biologico nelle coppie omogenitoriali. E infine perché Renzi rappresenta il futuro e l’Italia ha disperatamente bisogno di un’ispirazione che le consenta di tirare fuori tutte le energie che ha già in sé.

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