Secondo quanto pubblicato da uno stranamente insipido articolo del quotidiano inglese The Guardian gli attori che si dichiarano omosessuali incontrebbero problemi con i loro agenti e vedrebbero diminuire le loro probabilità di lavorare in ruoli non secondari.
L’articolo cita Rupert Everett che ha dichiarato più volte di essersi pentito del suo coming out (anche noi siamo rammaricati per la sua decisione, vista la disgraziata immagine che ha dato dell’omosessualità con le sue insensate dichiarazioni) e il caso di un altro attore che dopo il coming out non è più stato chiamato né dalla TV né dal cinema. Il problema pare non riguardare il grandissimo Ian Mc Kellen, omosessuale dichiarato da piú di quarant’anni, la cui carriera non è stata minimamente toccata dal suo coming out. Non sarà che più che il ”dichiararsi gay” sia il ”come” ci si comporta dopo a pregiudicare le relazioni degli attori con il loro ambiente?
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