Se all’inizio il problema era che in Afghanistan la violenza carnale è considerata adulterio e non un delitto contro la donna, ora il problema è diventato un altro. La giovane avrebbe aspettato quattro mesi prima di denunciare i fatti e,
aggravante, è rimasta incinta (come succede quando l’uomo non estrae in tempo il prezioso oggetto o si lascia guidare dalla libidine o accecare da un repentino orgasmo). Così i giudici afghani le hanno ridotto la pena: da dodici a tre anni. E suo figlio è in galera con lei. Che non si sa mai…
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