Dieci anni fa, l’11 settembre ero in casa con mio marito, arabo, quando si dice il caso, e casualmente accendemmo il televisore giusto in tempo per vedere il secondo aereo schiantarsi
contro la seconda torre del World Trade Center. Mio marito mi disse. ”Saranno tempi durissimi per noi arabi”, aveva ragione. Lui che non è integralista, non è machista e non è nemmeno praticante. La conferma della matrice Al Qaeda del doppio attentato arrivò poco minuti dopo. Passammo due giorni davanti alla Tv come mezzo mondo. Dal 2001 si sono succeduti tempi duri: la rielezione di Bush, il patto di ferro con Blair, le menzogne a mezzo mondo per far fuori Saddam Hussein per un conto in sospeso che la famiglia Bush aveva con il defunto dittatore; la denuncia di produzione di armi chimiche nel paese, salvo scoprire che non ce n’era nemmeno l’ombra, la ventata Neocon che si consolida con l’elezione del papa medievale a capo della chiesa di Roma, altro uomo che non ha mai visto l’islam di buon occhio. I dieci anni passati ce li abbiamo sotto gli occhi: Al Qaeda attaccò la Spagna (Al Andalus, nella follia antistorica degli islamisti della Rete), l’Inghilterra e molti paesi musulmani, in una strategia che mira a sottomettere gli stati islamici moderati (o assoggettati, secondo loro, alla volontà dell’Occidente). Poi arriva Obama, parla con gli stati islamici, i Neocon adesso si chiamano Tea Party e sono più ferocemente conservatori di prima, e ugualmente integralisti, gli dichiarano guerra. Lui parla con tutti, belli e brutti, e fa fuori Osama Bin Laden. Ciò che non gli riesce è vincere la guerra economica mondiale messa in atto dai falchi della destra americana che sta spingendo il mondo sull’orlo del baratro. Fatto che forse impedirà la sua futura rielezione. Sono passati dieci anni e mio marito aveva ragione: i cattivi sono sempre e solo da una parte, anche se le cosiddette ”primavere arabe” qualcosa di nuovo lo stanno dicendo. La politica del ”mors tua vita mea” non è servita a niente, ma vaglielo a spiegare. Molto meglio arrestarne un po’ di qua e un po’ di là, inventarsi una Guantanamo qualsiasi, mettere una bomba qui e un’altra là, inventarsi qualche guerra e continuare a considerarsi nemici.
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