La Regione sta facendo la guerra al festival di cinema gay & lesbico di Torino, il più importante del mondo, una manifestazione culturale di altissimo livello che richiama in città migliaia di spettatori ad ogni
edizione. Sergio Rovasio, dell’Associazione Certi Diritti, pone un quesito interessante: ”Non hanno nulla da dire i presidenti e direttori artistici dello Stabile, del Regio e del Salone del Libro? Non credono anche loro che questi atti siano preludio di una chiusura anche culturale, dopo la chiusura economica che già si è abbattuta sulla cultura torinese e italiana?”. Temiamo che la intelligente, troppo intelligente, domanda di Rovasio resterà senza risposta. Il mondo culturale italiano, quello che si ritiene tale, è sempre vissuto con il principio del ”mors tua vita mea”. In più i tempi non suggeriscono spericolate manovre a difesa di un festival di finocchi… Non vorremmo che questa povera gente rimanga senza lavoro, no? Loro – che possono – tengono famiglia.