di Giancarlo Grassi #CesareBattisti twitter@gaiaitaliacom #Pentaleghismo
Il miracolismo con il quale è stato celebrato l’arresto di Cesare Battisti – finalmente! – non è alla fine niente di straordinario. E’ invece straordinario il contorno di giubileo da social all’indirizzo del ministro dell’Interno, con comitato di benvenuto all’arrestato illustre che purga le porcate del pentaleghismo e staff di depistaggio comunicativo al seguito, per ciò che dovrebbe essere una cosa normale.
Effettivamente è successa una cosa che negli ultimi anni ci eravamo dimenticati: un uomo che aveva conti in sospeso con la giustizia è stato arrestato e starà in galera fino alla fine della sua pena, dei suoi giorni, in questo caso. Inopportune ed esagerate le grida di giubilo dei componenti il governo degli scappati di casa con il Truce [cit] in alta uniforme, il ministro della Giustizia già dj tronfio del suo titolo ed altri ex-terroristi e delinquenti lasciati liberi – addirittura si sono fondati partiti su quelle libertà lasciate libere di scorrazzare per l’Italia.
Questa mattina i quotidiani italiani di regime, quelli che pubblicano il verbo a seconda del colore politico che sposano legislatura dopo legislatura, quelli che passano di mano in mano e di proprietario in proprietario a seconda dell’andazzo dei salotti che comandano i loro finanziatori, si divertono a pubblicare una lunga serie di nomi di terroristi con le loro residenze estere, i loro pseudonimi, ci raccontano chi ha cambiato nome, addirittura Radio24, mattacchiona!, è riuscita a contattare al telefono uno dei tanti che dietro falso nome vive a Parigi, libero, con cellulare, appartamento, e via e via… [cit].
Prima di gridare urbi et orbi al popolino genuflesso che “l’Italia è un paese dove i delinquenti vengono assicurati alla Giustizia” sarebbe quindi bene riflettere perché, purtroppo, e la storia sta lì a dimostrarlo, terroristi e delinquenti vengono assicurati alla giustizia quando al governo del momento fa comodo arrestarli o quando la nuova direzione politica del paese fa saltare le protezioni che al delinquente erano garantite da altri delinquenti che forse i governi non conoscono o forse sì, ma poco importa. Spesso, soprattutto negli ultimi trent’anni, i delinquenti hanno fatto ciò che volevano. Con lo stesso sorrisino da onnipotenti che Cesare Battisti (foto Corriere) ha sfoggiato ad uso televisivo.
Il ministro dell’Interno pro tempore ed il ministro della Giustizia ex dj passino dalla propaganda ai fatti e, come hanno fatto nel caso di Cesare Battisti sbattano in galera tutti i delinquenti che l’Italia aspetta di vedere assicurati alla giustizia da troppi anni. Tra loro anche i politici corrotti che, sentenze alla mano, abbiano approfittato del loro ruolo per azioni illecite. Tutti. E magari, visto che Cesare Battisti è ora in Italia, vadano a fondo di una faccenda che, a fronte di sentenze definitive, ha molti lati oscuri.
(15 gennaio 2019)
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