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Il Manganello de La Karl du Pigné: Quando il buongiorno si vede dal mattino

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La Karl du Pigné 14di La Karl du Pigné twitter@lakarldupigne

Le festività sono finite, finalmente, con mio grande sollievo. Adesso si dovrebbe arrivare in discesa spinta verso febbraio e marzo. So che mi ripeto ,ma questo periodo dell’anno proprio non mi piace. E anche i fatti di cronaca e politici purtroppo mi danno ragione. Ma voglio affrontare la questione da un punto di vista “leggero” nonché poco razionale. Benché non ci creda molto, in questo periodo mi sono fatta una mezza scorpacciata di oroscopi, dispensati dovunque con esagerata profusione. In un mondo disincantato come il nostro non riesco a credere che così tante e tanti di noi non rinuncino a leggere le venti/trenta righe nelle quali normalmente vengono riassunti destini e suggerimenti per l ‘anno appena incominciato.

Divisi per decadi, per ascendente, per uomo, per donna, quelle righe sembrano un piccolo intervallo nello sconforto generale che ci circonda. Il trucco, se di trucco si può parlare, è dare un barlume di speranza, indicare la luce in fondo al tunnel, suggerire che il brutto tempo non durerà per sempre. Se è vero che molti di coloro che hanno fatto dell ‘strologia la loro professione (e non parlo di certo di quelli che compongono alla rinfusa gli oroscopi su inutili giornaletti ) pur giurando sulla “scientificità” del metodo attraverso il quale registrano i movimenti delle stelle nel cielo e poi singolarmente interpretano entrate e uscite dei pianeti nei segni, affermeranno che le stelle e i pianeti danno suggerimenti e indirizzi ma di certo non obbligano a un destino preconfezionato. Insomma è come dire che Nettuno in questo anno che arriva darà un impulso di novità a tutti, ma che a ognuno di noi è demandata la possibilità di seguire tale indicazione. Veramente poco per le mie stanche ossa provate dal clima invernale e soprattutto per la mia intelligenza.

Passando in rassegna una serie di settimanali e di mensili, tutti, dico tutti gli oroscopi per questo anno dicono la stessa cosa. I fautori dell’astrologia diranno che è ovvio: per quanto la lettura e l interpretazione possa essere personale, le stelle quello dicono; chi avversa invece la divinazione planetaria ha la conferma che, come per le sfilate di moda, ogni maison scopiazza la maison accanto e le sfilate improvvisamente sono piene a turno di bianco e nero, di colori pastello, di rivisitazioni di decadi passate e via dicendo. Io che leggo gli oroscopi con un misto di divertissement e di curiosità (occorre avere una certa creatività per potersi cimentare in questo tipo di scrittura ed alcuni sono veramente bravi a dare una visione quasi intellettuale e filosofica dell’ingresso di Marte nel vostro segno o alla perfetta combinazione di Mercurio nel vostro Sole) trovo che la verità come al solito sta in un punto non meglio identificato tra i due opposti.

Insomma questo anno viene indicato da tutti, il nostro premier Renzi compreso – che sembra il migliore di tutti gli astrologhi d’Italia – come un anno di rivalsa, quella desiderata uscita dal tunnel che ci darà di nuovo felicità, lavoro, amore, nuove mete, nuovi progetti e una nuova linfa alle nostre vite da tempo disidratate. Ma questo succede tutti gli anni: a fine dicembre abbiamo già la mappa dei pianeti importanti che entreranno nel nostro segno, le difficoltà alle quali andremo incontro e le responsabilità alle quali saremo chiamati per diventare tutte e tutti artefici del nostro futuro. Bello sforzo. Praticamente quello che facciamo da una vita. Quest’anno appena iniziato ci regala però una ulteriore visione astrologica di non poco conto: sembrerebbe, uso il condizionale anche se gli specialisti del settore lo danno per certo, che sarà un anno “tecnologico”, con una poderosa spinta della comunicazione grazie forse alle novità della tecnologia (come se negli ultimi anni invece questa non avesse viaggiato come non mai). Insomma la solita scoperta dell’acqua calda che però molte e molti di noi aspettano come la fontana dell’oro colato che ci imbeve tutte e tutti di nuove speranze e di un atteggiamento positivo nei confronti delle nostre vite e dei nostri destini.

Da un osservatorio privilegiato e comodo come il divano dal quale, digitando parola dopo parola, scrivo con leggerezza di oroscopi e di aspettative per i prossimi mesi, non posso non pensare con una punta di colpevole malessere a una serie di accadimenti che mi sono passati davanti agli occhi negli ultimi mesi: le navi in pilota automatico piene di immigrati che hanno rischiato di sfracellarsi sulle coste italiane, le orde dell’Isis che tagliano gole a tutto spiano, le primavere arabe che hanno avuto una primavera precoce e poi sono ripiombate in un cupo inverno sembra senza speranza, le centinaia di migliaia di nuovi disoccupati e le altrettante attività oggi aperte e improvvisamente chiuse domani, tantissime persone che devono ancora combattere contro pregiudizi e discriminazioni per avere riconosciuti i loro diritti basilari, e infine persone crudelmente uccise, nel loro posto di lavoro o mentre fanno la spesa per le loro famiglie, da organizzatissimi e invasati carnefici religiosi che hanno colpito in Francia, domani chissà dove.

Improvvisamente parlare di oroscopi sembra un inutile esercizietto didattico del quale, frastornata da tanta aberrante realtà, non percepisco, rileggendo l’articolo, né l’utilità né tantomeno un fine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(12 gennaio 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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