di Il Capo
La Cei tuona contro la decisione di Ignazio Marino di riconoscere a Roma e trascrivere i matrimoni egualitari di cittadini residenti nella Capitale. Dopo la cerimonia di sabato al Campidoglio, il fleshmob del Nuovo Centrodestra che pur di uscire dalla sua invisibilità elettorale non ha esitato a paralizzare Piazza Venezia, è scesa in campo la Cei di Bagnasco ringalluzzito dal bagno di folla del post-alluvione a Genova.
L’accozzaglia di sì tristi figuri, che si propone o pretende di essere bisognerà chiedere a Renzi, il governo-ombra del paese ha definito l’iniziativa di Ignazio Marino (dopo la chiusura del Sinodo sulla Famiglia, badate bene): “Presunzione arbitraria e inaccetabile”, al che la domanda viene spontanea.
Ma la Cei chi si crede di essere? Ricordano un poco certi consigli di Ayatollah che lanciano le loro fatwa sui peccatori, pronti a nascondere le loro malefatte tra le mura dei loro sontuosi uffici, celando le loro lordure sotto i gonnoni e i paramenti sacri di cui si fanno scudo per predicare ciò che non fanno. Si dirà che non impiccano la gente nelle piazze? Solo perché non possono più farlo. “Presunzione arbitraria e inaccettabile”, quella di un sindaco regolarmente eletto? E’ una barzelletta migliore degli “autografi” evocati da Alfano.
Questi figli del demonio che non vogliono che dominare il mondo secolare nonostante il loro giuramento di umiltà e povertà e che fanno carriera all’ombra e con le offerte dei fedeli, non si vergognano di predicare contro chi cerca una stabilità affettiva ed il riconoscimento di diritti basilari e di tuonare contro la gente comune che ama altra gente comune? Serve ricordare loro gli scandali pedofili sui quali nemmeno una parola è stata pronunciata?
A quale titolo la Cei interviene nelle scelte di un Sindaco regolarmente eletto giudicandone politicamente le scelte, essendo la Cei organismo di uno stato straniero cui non sarebbe permesso ingerire nella politica interna italiana?
Basta così poco per fargli gettare la maschera, a questi feroci dittatori travestiti da santi; a questi intolleranti stregoni dalle voci flautate e dalle parole che dicono una cosa e ne intendono altre diecimila; a questi vergognosi custodi della morale altrui così deboli da non riuscire a porre freno alla loro decadenza morale.
(18 ottobre 2014)
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