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Africa sempre più anti-gay

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di Paolo M. Minciotti

Il governo dell’Uganda, sotto la spinta d’odio della presidente del parlamento, vuole approvare una feroce legge anti-gay che garantisca la prigione per le persone omosessuali entro il 15 dicembre; la prima commissione che l’ha esaminata l’ha approvata senza battere ciglio. Nel paese non sarebbe necessaria una legge anti-gay, se qualcuno fa anche solo una battuta sull’orientamento sessuale di qualcun’altro, può provocarne l’assassinio a pugni e calci in loco. Tanto può l’odio omofobo.

Nigeria, paese dilaniato dagli scontri tribali, tra l’est governato dalla sharia e dal resto del paese cristiano, distrutto dagli scontri in nome della religione (sic) si unisce, proprio come fanno i monoteismi, contro le persone omosessuali. Il parlamento del Paese ha recentemente approvato una legge che impedisce le manifestazioni d’affetto tra persone dello stesso sesso (anche tra consanguinei, che non si sa mai) in pubblico, che punisce chi sposa una persona dello stesso sesso con 14 anni di prigione e con 10 anni chi partecipa o è al corrente delle nozze (la legge è valida anche per i nigeriani all’estero) e non fa nulla per denunciarle, e altre amenità del genere.

Tra i paesi occidentali Australia e Stati Uniti hanno fatto sentire la loro voce, chiedendo ai governi dei due paesi di sopraassedere dalla caccia anti-gay che vogliono istituzionalizzare.

Uganda e Nigeria sono solo la punta dell’iceberg: Camerun, Senegal, Ghana e Kenia, oltre a Liberia e Zimbabwe, sono tra i paesi più ferocemente contrari alle persone lgtb e ai loro diritti. In Camerun giovani o meno giovani vengono arrestati arbitrariamente grazie alla delazione di qualcuno che si è inventato la notte che sono gay: senza prove, senza giusti processi. L’avvocato Alice N’Kom, che difende questi senzanessuno che vengono sbattuti in prigione senza prove, è stata minacciata di morte più volte. Può bastare un sms per essere additati come omosessuali e sbattuti in carcere.

In Senegal monta l’islamismo più radicale che sempre è accompagnato da odio antiomosessuale, la natura gentile dei senegalesi ne impedisce di fatto l’esplosione, per ora. Per i governanti keniani l’omosessualità è una “perversione importata dall’Occidente che non esiste in territorio keniano e africano” .

In Zimbabwe la Polizia arbitrariamente entra negli uffici delle associazioni che si occupano di assistenza alle persone lgbt e di prevenzione dell’HIV e distruggono gli archivi, sequestrano il materiale dell’associaizone e accusano i dirigenti di pornografia e altre schifezze. Ghana e Liberia si aggiungono con dichiarazioni roboanti sulla purezza delle loro popolazioni che non conoscono “l’immoralità dell’omosessualità” per giustificare un probabile futuro irrigidimento delle norme antigay. In Sudafrica c’è la legge a favore del matrimonio omosessuale, ma gruppi di giovani neri violentano le lesbiche per “guarirle” dall’omosessualità e le loro volenze rimangono spesso impunite.

Una maggiore sensibilizzazione dei nostri governi da parte delle associazioni di questo paese, potrebbe essere utile ad esercitare pressioni affinché i gay e le lesbiche africane non siano costretti a una vita di sofferenze e clandestinità.

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