Il capo della chiesa belga, tal vescovo André-Mutien Léonard, ha scritto nel suo ultimo libro ”La vita cristiana e il mondo” che il Parlamento non ha il diritto di legiferare sul matrimonio e che questo tema, cosí come altri di carattere sociale, dovrebbero essere lasciati in mano alla chiesa.
La notizia, che fa scompisciare dalle risate qualsiasi persona dotata di un minimo di buon senso, conferma che le gerarchie cattoliche vivono nel mondo di Walt Disney occupate a preoccuparse di rendere credibili impossibili miracoli e beatificazioni affrettate ”ad usum populorum” cercando disperatamente di recuperare il potere temporale e il prestigio che gli scandali pedofili hanno loro tolto.
Il prete belga prosegue con una serie di dichiarazioni da brivido affermando che i membri del parlamento modificano le leggi ”grazie ai loro voti” e che grazie a questi voti modificano ”il significato della sessualità” oltre alla ”differenza tra maschi e femmine”. Non pago ha poi affermato che la democrazia è una istituzione ”arrogante che pensa che attraverso il voto si possano modificare le leggi”.
Le dichiarazioni del vescovo belga si commentano da sole e confermano la brama di teocrazia della gerarchie vaticane. E’ bene tuttavia ricordare che la grande compassione della chiesa medievale governata da Ratzinger e dai suoi preti ha dato prova nei secoli passati di potere fare qualsiasi cosa per salvare la tua anima: anche bruciarti vivo in una piazza.
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