di Daniele Santi
Matteo Salvini, chissà se sarà lo stesso Salvini dei cori razzisti alla Festa della Lega di Pontida del 2009, o un Salvini nuovo che miniaturizzato da Vannacci e dai risultati delle ultime regionali, si è recato a Bari in piena campagna elettorale rispolverando la stessa intolleranza di sempre verso i migranti, con un’iniezione di gender– che non sanno cosa sia, ma fa sempre bene – regalando il solito minestrone di nulla condito di intolleranza e scoordinate frasi alla ‘ndo cojo cojo, mettendo insieme scuola, stipendi, insegnanti, gender, “quei fenomeni che si rifiutano di fare l’esame di maturità”, chi rompe paga, e persino le mamme e i papà “di quegli imbecilli che prendono la scuola per un centro sociale”. Può stare certo che farà il pieno di voti.
Non potevano mancare gli immigrati che “distruggono il nostro tessuto sociale, tornino da dove sono arrivati” (tanto a fare i lavori che gli italiani non vogliono fare più ci andrà lui); se la prende con gli immigrati “soprattutto islamici”, e in un trionfo di cristianissima tolleranza – Salvini è quello che brandiva il rosario nei comizi – “cristianamente e genuinamente fuori dalle p…, tornino da dove sono arrivati“.
A citare lo sproloquio salviniano ad uso 4% alle regionali pugliesi è il Corriere.
(10 novembre 2025)
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