di Marco Maria Freddi*
C’è una misura che non si può oltrepassare.
E nel Partito Democratico quella misura è stata superata da tempo.
È intollerabile assistere, ogni giorno, a una sequenza di colpi bassi, retroscena velenosi, manovre di palazzo degne della peggiore tradizione democristiana. Uomini e donne che hanno avuto tutto dal PD — potere, incarichi, visibilità — oggi lavorano, nell’ombra, per logorare la propria segretaria. È uno spettacolo indegno, un insulto all’intelligenza e alla memoria di chi, nel 2007, al Lingotto, ascoltò le parole di Walter Veltroni: “Fare un’Italia nuova. Riunire ciò che oggi viene contrapposto. Ridare speranza”.
Quel sogno oggi viene tradito da chi confonde la politica con la sopravvivenza personale, da chi si aggrappa alle poltrone come un naufrago alla zattera. Hanno perso il contatto con il Paese reale, con i giovani, con i lavoratori, con le donne che chiedono diritti e non equilibri di corrente. Parlano di identità, ma intendono potere. Si proclamano riformisti, ma difendono lorose stessi.
Intanto fuori dai palazzi, la Spagna di Pedro Sánchez, guidata da un presidente socialista e da un’agenda progressista, cresce economicamente, investe nella transizione ecologica, difende i diritti civili, innova il lavoro, riduce le disuguaglianze. Quella è la sinistra che sa governare, che non si vergogna di essere sé stessa e non teme di dire la parola giustizia sociale. In Italia, invece, chi dovrebbe sostenere un progetto simile preferisce consumarsi in una guerra intestina, arrogante e miope, contro la propria leader.
Questa classe dirigente deve farsi da parte. I soliti noti, i pezzi da novanta, i professionisti dell’inciucio, i burattinai senza visione, devono avere il coraggio, o almeno la decenza, di lasciare spazio a chi ha ancora un’idea di futuro. Il PD non può rinascere se resta ostaggio di chi non sa più sognare.
Elly Schlein non è intoccabile, ma è l’unica che oggi incarna una possibilità di rinnovamento. Colpirla significa colpire l’unico tentativo serio di finalmente portare il PD a essere un partito riconoscibile, non una macchina di potere. Il Partito Democratico nacque per “fare un’Italia nuova”.
O torna a quella missione, con una generazione nuova, libera e coraggiosa, o non avrà più ragione di esistere.
*Radicale e Socialista, iscritto al Partito Democratico di Parma
(8 novembre 2025)
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