di Giovanna Di Rosa
Curiosamente ci arrivano proteste e contestazioni per avere osato proporre un sondaggio dedicato a lettrici e lettori per sondarne gli umori rispetto alla riforma della giustizia con referendum obbligatorio annesso (per il quale non sarà previsto quorum, dunque toccherà votare se si vuole che vincano i No o i Sì).
Non capiamo, francamente, le ragioni di tanta indignazione soprattutto perché ci sono tante combinazioni possibili: si può essere d’accordo con la riforma, andare al voto e votare sì; si può essere d’accordo con la riforma, ma decidere di non andare a votare, si può decidere di non essere d’accordo, andare a votare e votare no, e c’è addirittura la possibilità di essere d’accordo su una riforma della Giustizia, ma non questa e quindi dichiarare che sì, i meccanismi della giustizia andrebbero riformati e modernizzati e poi andare a votare e votare no perché questa riforma non piace. Poi c’è il percorso canonico: siccome l’ha detto il Governo obbedisco a vado per dire sì.
Un sacco di posizioni, insomma, come diceva un nostro amico un po’ boccalone. Dunque dove sta il punto? In una questione molto semplice: dentro un oceano di indignazione e di al lupo pochissimi riescono a vedere che questa riforma non servirà a un accidente e certamente non servirà a velocizzare la giustizia che è ciò di cui l’Italia avrebbe bisogno. Alle solite si crea confusione e si grida, ma non ci si preoccupa di prendersi il tempo per informarsi e studiacchiare.
Che è proprio l’obbiettivo di che quelli che la raccontano ogni giorno più grossa. E ci cascano tutti. Tra grida e “io voterò….” oppure “A votare mai!” – quando certamente i fans del governo a votare c’andranno tutti.
(7 novembre 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)