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Il presidente boccalone che ha “fermato otto guerre” lancia missili anche sulla Nigeria

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Trump è alla guerra santa. La sua. E il nuovo organo ufficiale del trumpismo, già notissimo come TG5, si accoda e si accoccola: nel lanciare la notizia sul demenziale attacco di Trump alla Nigeria per proteggere i cristiani (ma la Nigeria è un enorme serbatoio di petrolio e terre rare, andrebbe persino ricordato) parla, in chiusura di servizio e in pochissime parole, di un generico attacco di Boko Haram che ha provocato sette morti. Vi diamo una notizia: l’attacco era a una moschea, piena di gente, e Boklo Haram ammazza musulmani, tra gli altri. Chi gli fornisca armi modernissime che nemmeno l’esercito nigeriano regolare ha, resta un mistero. Forse non è un mistero per Trump.

Così siamo alla nuova impresa bellica del presidente boccalone che ha “fermato otto guerre” e che dopo i bombardamenti sulla Siria lancia missili anche sulla Nigeria. Per colpire l’Isis, a suo dire, ma il sedicente stato islamico doveva essere stato completamente distrutto da diversi anni. Lo dicevano fonti USA: vuoi vedere che ci raccontano cose che non sono vere?
L’attacco del nuovo messia della guerra santa Maga in territorio africano, raccontano le fonti trumpiane in Italia e all’estero in tutta la loro potenza di fuoco, avviene su richiesta della autorità nigeriane. Ma le cose non stanno esattamente così.

Da una rapida consultazione dei quotidiani di lingua inglese si conferma che giovedì 25 dicembre 2025 gli Stati Uniti hanno effettuato attacchi aerei nel nord-ovest della Nigeria; si confermano altresì dichiarazioni congiunte di Donald Trump e l’Africa Command (AFRICOM) secondo le quali i raid contro militanti legati all’ISIS nello Stato di Sokoto “sono stati condotti su richiesta delle autorità nigeriane”. Ma una lettura più attenta delle dichiarazione del Ministero degli Esteri della Nigeria che conferma l’operazione con il solito strombazzamento di “colpi di precisione su obiettivi terroristici” effettuati in collaborazione con gli USA, parla di “accettazione” del supporto militare americano per contrastare l’estremismo nel Paese.

Non è esattamente confermare di avere espressamente richiesto l’intervento USA nel paese, bombardando ufficialmente l’Isis, ma chissà con quali effetti collaterali. Che non conosceremo mai con certezza. Anche perché la questione parte da lontano.

E’ infatti all’inizio di novembre 2025 che Trump minaccia di intervenire “a armi spianate” e tagliare gli aiuti se il presidente nigeriano Bola Tinubu non avesse protetto meglio le comunità cristiane (che non trovano protezione, esattamente come le comunità musulmane massacrate da Boko Haram) per precise responsabilità governative che vanno avanti da anni. Ed è stata senza dubbio la pressione USA a portare a un accordo per quella che viene definita ufficialmente, dai nigeriani, “un’azione congiunta”, e ai bombardamenti del 25 dicembre.

 

 

(26 dicembre 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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