di Giancarlo Grassi
Con la pacatezza e il garbo che la contraddistinguono la presidente Meloni ha commentato, a modo suo e a uso elettorale, la missione della Flotilla attaccata nella notte da droni in acque internazionali, parlando di “missione pericolosa e irresponsabile” che ha “come obbiettivo attaccare il governo”: o di quando la sindrome da accerchiamento di cui si soffre fa straparlare.
Chissà quale Giorgia Meloni sta parlando? Quella che voleva affondare le navi dei migranti? Quella che voleva inseguire i mercanti di uomini per tutto il globo terracqueo? Quella del consiglio dei ministri show dopo il naufragio di centinaia di persone a Cutro? Quella che ha promesso tutto in campagna elettorale e non ha mantenuto niente se non quello che le faceva comodo? Parla la Giorgia Meloni che era ministra del Governo Berlusconi dello spread alle stelle, ma poi negò di esserla stata? Sta parlando la Giorgia Meloni che pochi giorni fa condannava la violenza verbale imputandola all’opposizione? O quella tutta casa e famiglia che parlava di pasticcini a Domenica In… ad uso intortamento (impasticcinamento) in dì di festa? Quale Meloni sta parlando?
E’ la solita Meloni, quella che è maestra nel seminare nebbia su ciò che non le conviene (sei reti televisive a disposizione mica sono uno scherzo), che dice cose banali come “il governo avrebbe potuto portare aiuti a Gaza in poche ore”, ma si è guardato bene dal farlo e via melonando. Ma si era all’ONU, in territorio Trump, mica poteva rischiare di non sembrare trumpiana, dunque fiato alle corde vocali. Come se ne avesse bisogno. E alla prossima occasione nuovo incoraggiamento a moderare i toni. Proprio lei.
(24 settembre 2025)
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